Un attacco di Israele ha colpito a Beirut un condominio nel quartiere Kola, mentre decine di obiettivi di Hezbollah sono stati raggiunti nella regione libanese della Bekaa. E Tel Aviv intanto prepara l’operazione di terra: l’invasione del paese sembra inevitabile. Lunedì 30 settembre un drone israeliano ha preso di mira un appartamento dove si trovavano due membri del gruppo islamico libanese Jamaa Islamiya. È la prima volta che Israele effettua attacchi all’interno delle mura di Beirut dal 2006. Almeno 33 persone sono state uccise negli attacchi a Hermel, una città della regione, parte del totale di oltre 105 persone uccise da Israele nelle ultime 24 ore in Libano. Intanto Hezbollah si definisce pronta all’invasione via terra.
L’attacco di Israele a Beirut
L’attacco ha colpito una proprietà in un quartiere a maggioranza musulmana sunnita della capitale libanese. Tre dirigenti del Fronte popolare per la liberazione della Palestina sono morti. Lo ha annunciato – come riportano i media locali – la stessa organizzazione. Secondo quanto riferito da Sky News Arabic, i membri uccisi nell’attacco sono Muhammad Abdel Aal, capo del dipartimento di sicurezza militare del Fplp, Imad Awda, comandante militare del Fplp in Libano, e Abdul Rahman Abdel Aal. Le riprese televisive hanno mostrato il pavimento parzialmente raso al suolo dell’edificio preso di mira dall’incursione nel quartiere a maggioranza sunnita di Kola, vicino alla strada che collega la capitale all’aeroporto di Beirut.
I bombardamenti
Intanto alcuni aerei da combattimento israeliani hanno bombardato una casa nella zona Hakr al-Jamì di Deir el-Balah, uccidendo una donna e suo figlio. «Nelle ultime ore – ha comunicato l’Idf – aerei da combattimento hanno attaccato decine di obiettivi terroristici dell’organizzazione terroristica Hezbollah nella regione della Bekaa in Libano. Altri attacchi sono stati effettuati nel Libano meridionale». Intanto il senatore dem Mark Kelly, presidente della sottocommissione aereonautica del Senato per le forze armate, ha rivelato che Israele ha usato un’arma guidata americana per uccidere Nasrallah. Secondo Kelly, Israele ha usato una bomba della serie Mark 84 da 2.000 libbre (900 kg).
L’invasione di terra
Intanto l’esercito prepara l’invasione di terra in Libano. Diverse brigate da Gaza sono arrivate al confine Nord con il Paese dei Cedri. Il generale Halevi, nell’immediatezza del raid che ha portato all’uccisione di Nasrallah, ha sottolineato «l’elevato livello di prontezza in attacco e difesa su tutti i fronti». Miri Eisin, direttrice dell’International Institute for Counter-Terrorism della Reichman University di Herzliya, ha spiegato al Jerusalem PressClub che «l’operazione di terra non è una cosa semplice. Perché nonostante i colpi che sono stati inflitti a Hezbollah non bisogna sottostimare il gruppo, che è stato creato per sopravvivere anche ai suoi leader. Inoltre c’è il problema iraniano. Non dimentichiamoci che nel raid nel quale è stato ucciso Nasrallah, ha subito la stessa sorte anche Abbas Nilforoushan, vice comandate delle guardie rivoluzionarie iraniane».
Il numero 2 di Hezbollah: «Pronti ad affrontare Israele sul terreno»
Mentre Tel Aviv sembra esser sul punto di entrare con le proprie truppe in Libano, il numero 2 di Hezbollah Naim Qassem in un discorso tv ribadisce che la milizia sciita è preparata: «Siamo pronti ad affrontare Israele sul terreno se dovessero invadere il Libano. Israele non riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi». Qassem ha inoltre aggiunto che, nonostante l’uccisione del leader Hassan Nasrallah, le operazioni del Partito di Dio proseguiranno perché erano stati predisposti «piani alternativi». Dello stesso tono le dichiarazioni del portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani: «Il regime sionista usurpatore non otterrà niente da crimini di questo tipo non compenserà mai la sua irreparabile sconfitta ricorrendo a questi crimini». Per Kanani nonostante la morte di Nasrallah la sua «scuola di pensiero» è ancora viva.
L’omicidio mirato di Nasrallah
«Vediamo un maggiore uso di munizioni guidate, Jdams, e continuiamo a fornire quelle armi», ha detto Kelly, usando un’abbreviazione che sta per joint direct attack munitions. «Quella bomba da 2.000 libbre che è stata usata per eliminare Nasrallah è una bomba della serie Mark 84», ha affermato. A far sapere dell’uso di una munizione americana in origine era stato il Washington Post. Il quotidiano ha scritto domenica che almeno alcune delle bombe erano “BLU-109 e kit di guida JDAM” di fabbricazione statunitense. Le BLU-109 sono bombe anti-bunker e i kit JDAM sono sistemi di guida che si attaccano alle munizioni per aiutare ad attaccare un bersaglio specifico. Secondo il Project on Defense Alternatives (PDA), che conduce ricerche e analisi sulla politica di difesa, una bomba da 2.000 libbre ha un raggio di distruzione di 35 metri (115 piedi).
Tre tipi
La Stampa spiega oggi che l’operazione di terra potrebbe andare avanti in tre fasi. Alcune isolate operazioni con obiettivi precisi, una più ampia per colpire con forza le posizioni dell’élite Radwan che nel Sud ha molte basi, una terza con una invasione totale. Alcune piccole missioni in territorio libanese sono state condotte nei mesi scorsi e anche nelle ultime ore. Vanessa Newby, professoressa all’Istituto di sicurezza e affari globali dell’Università di Leida, ha detto a The Conversation che Hezbollah è però pronto a un’operazione di logoramento con tattiche mordi e fuggi se l’esercito commetterà l’errore di entrare a Beirut.
I rischi di fallimento
«Il fatto che tutte e cinque le precedenti invasioni siano fallite dovrebbe essere un’indicazione che il risultato potrebbe essere una ripetizione di ciò che è accaduto tra il 1982 e il 2006. Non dimentichiamoci che Israele ha una storia di avventure militari in Libano che hanno solo contribuito a rendere i suoi oppositori più forti nel lungo termine», ha spiegato Newby.
E ancora: «È ingenuo da parte di Israele pensare che un’invasione o una campagna di bombardamenti, non importa quanto efficace nel breve termine, consentirà ai civili israeliani di vivere in pace lungo la Blue Line nel lungo termine. L’unica via d’uscita è diplomatica. Il costo umano dell’attuale strategia di Israele in Libano è spaventoso da contemplare. E con ogni probabilità creerà più odio. Alimentando una nuova generazione di combattenti anti-Israele, anziché creare le basi per una pace duratura».
In copertina: ANSA/Al Jazeera English (@AJEnglish) I Un frame del discorso video del numero 2 di Hezbollah, Naim Qassem.
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