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Giulia Cecchettin, il messaggio alla sorella Elena prima del femminicidio: «Sono sempre qui per te»

11 Novembre 2024 - 11:17 Alba Romano
elena cecchettin processo giulia
elena cecchettin processo giulia
Un anno fa l'assassinio della 22enne da parte dell'ex Filippo Turetta. Il padre Gino: «L'ho ascoltato senza odio»

«Tranqui, sono sempre qui per te». È il messaggio Whatsapp postato oggi, lunedì 11 novembre, da Elena Cecchettin, a un anno dal femminicidio della sorella Giulia. Insieme alla frase, anche l’emoticon con il cuore e una fotografia che le ritrae da piccole. Sono trascorsi 12 mesi dalla morte della studentessa ventiduenne, uccisa dall’ex fidanzato, reo confesso e ora a processo, Filippo Turetta. Dove fu ritrovato il corpo senza vita della giovane, nei dintorni del lago di Barcis, in Friuli Venezia Giulia, da ieri le persone stanno lasciando fogli con sopra scritta una frase, orsacchiotti, corone di rosario, fotografie. Ma non si tratta del solo gesto di affetto verso la giovane: sono, infatti, tante le iniziative in corso. A La Sapienza di Roma è stato issato un manifesto che recita: «Le panchine rosse non ci bastano. Per Giulia bruciamo tutto». Ma anche una panchina rossa imbrattata con della tempera nera, e delle bambole di pezza poggiate sopra e per terra. Così come sulla pavimentazione all’ingresso della facoltà di Lettere: questa l’azione di Bruciamo tutto, contro i femminicidi, finita con un urlo di rumore per tutte le vittime. «Da gennaio 87 femminicidi». E ancora: «Sei un uomo maltrattante? Cerca aiuto. Vogliamo un reddito di liberazione», gli altri manifesti appesi davanti Lettere.

Gino Cecchettin: «Ho ascoltato parole di Turetta senza odio»

Nella serata di ieri, domenica 10 novembre, il padre di Giulia, Gino Cecchettin, ospite a Che tempo che fa, ha detto di essere «riuscito ad ascoltare le parole di Filippo Turetta senza provare odio, rabbia. E questo l’ho fatto per un anno – ha sottolineato -. Mi sono reso conto di quanto sia importante questo esercizio per creare valore. Però mi sono anche reso conto che attorno a me si respirava un qualcosa di negativo. È umano, è comprensibile». «Tutti questi sentimenti – ha aggiunto – vengono poi immessi nel proprio ecosistema. Ma in quest’ultimo anno ho imparato a concentrarmi sul positivo».

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