Il medico malato di tumore costretto a curarsi all’estero: «Il farmaco costa 130 mila euro»
La rubrica delle lettere del Corriere della Sera ospita oggi un intervento di Giuseppe Marenga, medico chirurgo d’urgenza del Policlinico Umberto I di Roma e docente universitario a La Sapienza. «Due anni fa mi è stato diagnosticato un cancro alla prostata metastatico. Dopo cicli di chemioterapia, radioterapia e un intervento chirurgico, la malattia è progredita. L’ultima speranza per fermarne l’evoluzione risiede nella terapia radiometabolica con Lutezio-177 Psma, un farmaco approvato dall’Ue, dall’Ema e dall’Aifa. Ma in Italia ancora da parte del Ssn non è completato l’iter del costo e rimborso», premette Marenga.
Il trial
In Italia, fa sapere il dottore, «questo farmaco rimane di fatto inaccessibile per molti pazienti. Il trattamento è disponibile solo attraverso o trial clinici (gratuiti, che sono sperimentazioni su un farmaco non sperimentale) oppure con costi proibitivi che devono essere anticipati interamente (oltre 130.000 euro per sei sedute). E nel contempo i tempi di attesa per l’approvvigionamento del farmaco da parte degli ospedali possono arrivare a 4-5 settimane. Un tempo insostenibile per pazienti come me».
Il trattamento
Per questo, spiega Marenga, ha deciso «di avviare la terapia in Austria, a Innsbruck, dove i costi sono più bassi (15.000 euro per seduta) e il trattamento verrà iniziato con urgenza il 16 dicembre. Per coprire le spese abbiamo aperto un crowdfunding ( www.gofundme.com) . È l’unica soluzione per me che non posso aspettare neppure un giorno. Il problema più grande resta l’accesso a un farmaco approvato ma trattato come «sperimentale». Sono un uomo che ha dedicato la sua vita alla sanità pubblica, sostenendo il diritto universale alla cura, e oggi mi vedo costretto a chiedere aiuto per accedere a un trattamento che mi spetterebbe di diritto».