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Il freno di Valditara all’educazione sessuale a scuola indigna le opposizioni. Dal Pd a +Europa, ecco perché lo criticano

30 Aprile 2025 - 17:39 Sofia Spagnoli
valditara
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Le forze di centrosinistra reagiscono alle linee guida dettate oggi dal ministro Valditara durante il Consiglio dei ministri

Le linee guida dettate dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara sull’educazione affettiva e sessuale nelle scuole stanno suscitando un’ondata di proteste tra leader e deputati d’opposizione. Dopo il Consiglio dei ministri (Cdm) di oggi, 30 aprile, il ministro ha dichiarato che, per far seguire agli alunni le lezioni di educazione sessuale, sarà necessario un consenso preventivo scritto da parte delle famiglie, accompagnato da informazioni dettagliate sul materiale didattico, sulle finalità e sulle modalità di svolgimento delle attività. Le attività extra curricolari di infanzia e primaria non potranno comunque includere l’educazione sessuale, il tutto mentre l’argomento non è al momento coperto da nessun finanziamento ministeriale.

Magi: «L’ossessione del gender ha dato alla testa»

Le forze di centrosinistra l’hanno presa male. Tra i primi a esprimere il proprio disappunto c’è il leader di Più Europa Riccardo Magi: «Al ministro Valditara l’ossessione del gender ha dato alla testa e oggi è arrivato a stravolgere il senso stesso della proposta di istituire ore di lezione dedicate alle relazioni sessuali e affettive imponendo il consenso informato dei genitori, come se ci fossero studenti che possono essere esentati da lezioni che hanno l’obiettivo di favorire una sessualità consapevole e rispettosa di se stessi e degli altri». Magi è, tra l’altro, il firmatario dell’emendamento passato in legge di bilancio che aveva la finalità di promuovere l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole secondarie, dal valore di 500mila euro, che è stato poi dirottatato su un altro progetto dal nome “Educazione alla fertitilità”, dopo i pressing dei Pro vita.

Il Pd: «Minata l’autonomia scolastica»

Secondo Cecilia D’Elia, senatrice Pd e capogruppo in commissione Istruzione, la scelta del ministro mette anche in discussione il ruolo di scuole ed insegnanti: «I genitori sono già coinvolti nelle scelte delle scuole, con diversi strumenti di partecipazione, dunque affermare che c’è la necessità di richiedere il loro consenso per le attività non ha senso. In oltre non si capisce bene se il ministro Valditara si riferisce ai progetti extra curricolari o a quelli di educazione civica per quel che riguarda l’educazione al rispetto. Restano alcuni dati certi: quanto annunciato serve solo a depotenziare l’autonomia scolastica e a ledere la libertà d’insegnamento».

Avs: «Un favore ai fondamentalisti»

Per Elisabetta Piccolotti di Avs la disposizione di Valditara non sarebbe altro che «un favore a fondamentalisti di ogni credo, contro la libertà e i diritti delle ragazze». Rivolgendosi direttamente al ministro chiede: «Pensa che il padre e la madre di Saman Abbas avrebbero firmato alla figlia l’autorizzazione a partecipare alle attività di educazione sessuale ed affettiva? Noi siamo certi che di no, ma pensiamo che lo Stato avrebbe dovuto garantire comunque, nonostante il disaccordo dei genitori, la possibilità a Saman e a tanti altri ragazzi e altre ragazze, di essere informati e istruiti al fine di avere una sessualità libera e consapevole».

Iv: «Tema ridotto a slogan»

«Ancora una volta ci troviamo di fronte a un provvedimento spot, frutto di un approccio ideologico e burocratico», dichiara la senatrice di Italia Viva Daniela Sbrollini, vicepresidente della Commissione Affari
sociali del Senato. E prosegue: «È un tema troppo importante per essere ridotto a slogan. È un passaggio decisivo nella prevenzione della violenza di genere. Se davvero vogliamo affrontare in modo efficace questioni così delicate, allora serve un patto educativo vero tra scuola e famiglie. Serve una visione».

M5S: «Circolo vizioso di repressione»

Ci sono alcuni quesiti di «dubbia natura pratica» che restano irrisolti per la senatrice pentastellata Vincenza Aloisio: «Come si pensa di gestire la situazione in una classe dove i genitori manifestano opinioni divergenti?». Poi puntualizza: Se non si investe su un’educazione all’empatia, alla convivenza civile e alla prevenzione del conflitto, rischiamo di alimentare un circolo vizioso di repressione e insicurezza».