Uno studio svela chi è più capace di ricordare i sogni e perché


Chi è più bravo a sognare e perché? Uno studio pubblicato sulla rivista del gruppo Nature, Communications Psychology, da un gruppo di ricercatori italiani coordinati da Giulio Bernardi della MoMiLab Research Unit della Scuola Imt Alti Studi Lucca ha provato a tracciare alcune caratteristiche. La ricerca, riportata oggi sul Corriere della Sera, ha chiarito come mai alcune persone ricordano meglio cosa hanno sognato una volta svegli. «Abbiamo dimostrato che gli individui che si svegliano più spesso con il ricordo di aver sognato sono coloro con più interesse verso i sogni, maggior tendenza a vagare con la mente durante il giorno, e un sonno più lungo» dichiara Bernardi. Questo perché «si pensa che un sonno di lunga durata favorisca l’emergere dei sogni in quanto tendiamo a sognare meno nelle prime ore dall’addormentamento, quando il cervello viene spinto verso un sonno più profondo e senza sogni. Inoltre, studi precedenti hanno suggerito che la tendenza a vagare con la mente possa riflettere una propensione del cervello a “disconnettersi” dal mondo esterno, generando un flusso di esperienza indipendente», sottolinea il ricercatore.
Come è stato condotto lo studio
Lo studio è stato condotto su oltre 200 volontari tra i 18 e i 70 anni. Agli utenti è stato chiesto di completare questionari e test cognitivi tra cui l’interesse verso i sogni, la capacità immaginativa, la memoria verbale e visiva. «I volontari dovevano poi indossare per due settimane un actigrafo, una sorta di orologio da polso che registra il movimento e quindi riconosce le fasi di attività e quelle di sonno», racconta al Corriere Bernardi. I partecipanti dovevano ogni mattina registrare l’ultima esperienza cosciente avuta prima del risveglio.
(Foto di bruce mars su Unsplash)