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Garlasco, la procura di Pavia e la brutta fine dell’impronta 33: «Grattata in parte con un bisturi sterile». E non si sa perché

21 Maggio 2025 - 19:38 Stefania Carboni
impronta mano andrea sempio
impronta mano andrea sempio
Le parole, nero su bianco, del procuratore della Repubblica di Pavia Fabio Napoleone. Per i Poggi quella traccia «non è decisiva»

Sull’impronta 33, evidenziata mediante l’impiego della ninidrina e lasciata dal palmo destro di Andrea Sempio per «la corrispondenza di 15 minuzie dattiloscopiche», c’è una nota della Procura di Pavia. Il procuratore della Repubblica di Pavia Fabio Napoleone, dà ufficialità a quanto emerso nella giornata di ieri sulla villetta di Garlasco, dove è stato ritrovato il corpo di Chiara Poggi. Ma fornisce anche dei dettagli in più: ovvero che quella traccia è stata asportata dal muro, senza un perché.

«Impronta grattata in parte con un bisturi sterile: indaghiamo sul perché»

«Considerate le imprecisioni e le inesattezze riportate dai media in merito all’ Impronta 33», la procura precisa che «le superfici delle pareti e del soffitto, nel primo tratto della scala che conduce alla cantina casa Poggi, sono state trattate, nel corso delle operazioni tecniche e di repertamento eseguite in data 21 agosto 2007 dai RIS di Parma, con una soluzione di ninidrina spray al fine di evidenziare impronte e tracce latenti. In data 29 agosto 2007 i RIS di Parma hanno proceduto ad ispezionare le pareti e il soffitto delle scale della cantina precedentemente trattate con ninidrina individuando la suddetta Impronta 33, che è stata fotografata digitalmente in pari data. In data 5 settembre 2007 una parte dell’Impronta 33 priva di creste potenzialmente utili per gli accertamenti dattiloscopici è stata asportata dal muro grattando l’intonaco con un bisturi sterile. L’ufficio sta procedendo ad ulteriori investigazioni sul punto. Come emerge dalla relazione di consulenza tecnica n. 3306-2007 dei Ris di Parma la restante parte dell’Impronta 33, potenzialmente utile per gli accertamenti dattiloscopici, era stata ritenuta ‘non utile’»

La difesa dei Poggi: «L’impronta non è decisiva»

Per la famiglia di Chiara Poggi la traccia di cui tutti parlano «non è così decisiva come la vogliono propagandare». Queste le parole dell’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale dei genitori della ragazza. Per Tizzoni quella impronta «senza sangue», che si trova vicino a quella di Marco Poggi, il fratello di Chiara non è indicativa. In più, «Marco – ha aggiunto – teneva la playstation e i videogiochi nella tavernetta» che si trova proprio al piano seminterrato. Quindi è probabile che avessero percorso spesso quelle scale. Dove per altro, ha fatto notare l’avvocato, la traccia dell’unica scarpa, per le indagini calzata dall’assassino, con la suola «a pallini e numero 42, “si ferma al secondo scalino» e non ce ne sono altre più in basso in prossimità dell’impronta di Sempio. E proprio su questa impronta di scarpa, gli inquirenti hanno delegato analisi tecniche per appurare ancora una volta quale sia il numero riferibile a quella suola: il 42 come quello di Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara che sta scontando 16 anni di carcere, o il 44 come quello di Sempio.

L’altra manata su cui non si fece alcuna indagine

Non solo, anche il «contatto papillare numero 10», che appare nella porta d’ingresso della villetta dei Poggi, quella di una presunta «mano sporca», su cui non è stata fatta «alcuna indagine biologica» è stato analizzato nella nuova consulenza dattiloscopica disposta dai pm di Pavia. A differenza della 33 però, fotografato per la prima volta il 17 agosto 2007 dal Ris di Parma e che era stato, poi, evidenziato dai carabinieri del Nucleo investigativo in un’informativa del 2020, non si è riusciti ad attribuirlo ad alcuno. Una traccia che non ha 16 punti di comparazione ma solo otto.

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