L’inchiesta sui costi delle bollette elettriche: così raddoppiavano le tariffe


Dinamiche di mercato, furberie del momento o comportamenti illeciti: deve ancora trovare una collazione ufficiale la condotta che molti produttori di energia avrebbero tenuto nel biennio 2023-2024. Maxi-profitti da oltre 5 miliardi di euro in più rispetto alla media ottenuti, come scrive Il Fatto Quotidiano oggi, grazie a una semplice strategia: ridurre la produzione artificiosamente per far aumentare i prezzi. È quanto l’Autorità per l’energia (Arera) definisce «condotte di trattenimento economico di capacità», illecite nell’Unione europea eccetto in qualche sparuto caso, e che sarebbe andato a gravare ulteriormente sulle tasche degli italiani in un periodo in cui le difficoltà economiche non erano di certo assenti.
Il momento propizio della guerra in Ucraina
Un lampo, forse un’intuizione, per cogliere al volo che il momento era propizio per una politica di questo genere. La guerra in Ucraina, con le sanzioni alla Russia che hanno fatto lievitare alle stelle il costo del metano, ha alimentato caos e instabilità. Una situazione che, a leggere il report «Indagine conoscitiva sul mercato elettrico del giorno prima», molti produttori di energia hanno fruttato per massimizzare il loro guadagno. Il meccanismo è banale: di fronte a una crisi energetica, con sempre minori quantitativi a disposizione, produrre meno energia di quanto si potrebbe fare garantiva un innegabile vantaggio. Con a una domanda sempre consistente, la rarità dell’elettricità ne faceva esplodere il prezzo. Una dinamica che, secondo il Fatto, è rimasta vera per tutte le tipologie di centrali: a gas, eoliche, solari.
Le capacità trattenute e l’impatto sul mercato
Il focus dell’Arera è il cosiddetto «mercato del giorno prima», quello in cui avvengono le contrattazioni per l’energia all’ingrosso andando così a pianificare la produzione e il consumo per le diverse zone d’Italia. A registrare l’aumento di prezzo più ingente è stata l’energia da gas, quella più cara necessaria a soddisfare la domanda finale. Secondo l’Autorità, centrali elettriche avrebbero sistematicamente «trattenuto la loro capacità», cioè presentato offerte sul mercato per una capacità di produzione inferiore a quella reale dell’impianto. In questo modo, essendo chiamati a produrre meno energia di quella che avrebbero potuto, potevano venderla a un prezzo superiore a causa dell’esiguità dell’offerta.
L’esplosione artificiosa dei prezzi fino al +84%
In particolare, le centrali a gas avrebbero applicato rincari medi dell’84% nel 2023 e del 69% nel 2024, o per essere precisi di 106 euro al Megawattora (MWh) e 74 euro/MWh rispetto ai costi di produzione “standard” stimati dall’Autorità. Un fenomeno che sarebbe avvenuto nel 54% delle ore solari di funzionamento del mercato nel 2023 e addirittura nel 58,6% delle ore nel 2024. L’impatto sul prezzo unico nazionale è stato devastante: +9,3 euro/MWh nel 2023 e +8,5 nel 2024, grazie al trattenimento di 115 Terawattora di capacità complessiva nel biennio.
La situazione è analoga per gli impianti eolici e solari dove, pur impattando meno sul prezzo unico nazionale, il trattenimento sarebbe avvenuto nel 100% delle ore per i primi e nel 77% per i secondi. Secondo il Fatto, moltiplicando l’impatto medio per il consumo elettrico nazionale, si può calcolare che i sovrapprezzi artificiosi siano costati agli utenti circa 5,3 miliardi di euro extra.
La posizione di Bruxelles e le manipolazioni di mercato
Come spiega il quotidiano, è la stessa Bruxelles ad aver messo dei vincoli a questa condotta. Secondo i regolamenti europei, trattenere capacità elettrica è lecito solo se il produttore dimostra che conviene aspettare, scommettendo su un rialzo futuro dei prezzi. Ma rifiutarsi di vendere per far salire artificiosamente i prezzi non è ammesso, configurandosi come «manipolazione del mercato». Bisogna però attendere per capire se saranno presi provvedimenti contro questi produttori, a oggi anonimi.