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Ius scholae, il Pd apre a Forza Italia, nuova spaccatura nella maggioranza, Tajani: «non siamo disposti a trattare sui 10 anni»

03 Luglio 2025 - 15:44 Valentina Romagnoli
intesa ius scholae
intesa ius scholae
La Lega ha dichiarato di «non essere disponibile a trattative», mentre berlusconiani e democratici sembrano sempre più vicini sulla cittadinanza

Una nuova spaccatura nella maggioranza. Dopo aver dichiarato la propria apertura sullo ius scholae, Forza Italia sembra aver trovato l’intesa con il Pd. Nonostante le due proposte di legge prevedano termini di tempo diversi affinché i bambini nati all’estero, ma frequentanti la scuola italiana ottengano la cittadinanza, democratici e berlusconiani si sono dichiarati aperti al dialogo. Antonio Tajani ha sottolineato che per il momento Forza Italia non è disposta a scendere a compromessi sulla durata prevista per l’ottenimento della maggioranza, ma un’apertura verso i democratici c’è. La Lega, dal canto suo, ha replicato duramente, accusando i due partiti di «non conoscere la realtà delle scuole italiane».

L’apertura del Partito Democratico sullo ius scholae

«L’apertura di Forza Italia sullo Ius Scholae è un’ottima notizia. Ora serve coerenza: trasformare le parole in un risultato concreto», ha detto in merito la vicepresidente del Parlamento europeo ed eurodeputata democratica, Pina Picierno. Anche Piefrancesco Majorino, responsabile del Pd per l’immigrazione e uomo di fiducia di Elly Schlein, dopo le dichiarazioni di Antonio Tajani che ha definito il partito «pronto a discutere con tutti», ha detto che per il Pd «la cosa importante è, ben al di là dei giochi di palazzo sulla pelle delle persone, fare passi avanti per cambiare la legge sulla cittadinanza».

Forza Italia voterà accanto ai democratici

Un botta e risposta tra maggioranza e opposizioni accesosi proprio oggi, giovedì 3 luglio, a partire dalle dichiarazioni del portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi che a Repubblica aveva detto: «Siamo pronti ad approvare lo ius scholae anche con le opposizioni». Forza Italia, dunque, pur di far passare la proposta, sarebbe disposta a creare una spaccatura della maggioranza. A una condizione, però, che gli anni necessari per accedere alla cittadinanza siano 10 e non 5 come auspicato dai dem. «Cosa siamo disposti a trattare sullo Ius Italiae? Nulla, neanche lo sconto di un mese sui dieci anni di studio. Si deve fare la scuola dell’obbligo come fanno tutti i cittadini italiani. Questo è un modo molto più serio della legge attuale, quella sui dieci anni è una regola severa ma giusta». Il Movimento 5 Stelle, dal canto suo, si è detto felice di un possibile punto di incontro con una parte della maggioranza. «È una nostra battaglia da anni, se Fi è conseguente ci riempie il cuore», ha dichiarato Giuseppe Conte.

La reazione della Lega

La Lega non ha nascosto il proprio dissenso, contraria sia alla proposta di legge, sia all’asse tra democratici e berlusconiani. «Chi fa una proposta del genere non conosce la realtà delle nostre scuole. Ci sono bambini che arrivano alla secondaria e conoscono 19-20 parole di italiano. Siamo contrari a regalare la cittadinanza a un ragazzino che non sa neanche l’italiano. È una proposta irricevibile dal punto di vista politico e tecnico», ha dichiarato il deputato del Carroccio Rossano Sasso. Mentre la vicesegretaria Silvia Sardone è stata molto chiara: «Non siamo disponibili a trattative sulle ius scholae».

Le due differenti proposte, che potrebbero trovare un compromesso

La proposta di legge voluta da sostenuta da Forza Italia non è propriamente definibile come «ius scholae», perché è più restrittiva. «Noi – ha chiarito il ministro degli Esteri Antonio Tajani – abbiamo una proposta di legge che è lo Ius Italiae. Una parte è già diventata legge perché il governo ha preso la parte sullo Ius sanguinis, adesso abbiamo lo Ius scholae. E la nostra proposta è diversa da quella del Pd. Noi diciamo: 10 anni di scuola con profitto». Il Pd, invece, sostiene che sarebbero sufficienti 5 anni di scuola in Italia perché i ragazzini nati all’estero, e arrivati prima del compimento dei 12 anni, possano ottenere la cittadinanza. Ora la palla dovrebbe passare alla Camere, dove la proposta verrà effettivamente votata.

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