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Paolo Crepet e i ragazzi che rifiutano l’orale alla maturità: «Dovranno abituarsi ai voti che gli darà la vita»

11 Luglio 2025 - 06:08 Alessandro D’Amato
Paolo Crepet ospite di Bsdm di Gianluca Gazzoli
Paolo Crepet ospite di Bsdm di Gianluca Gazzoli
Lo psichiatra: è vero, nessuno in classe domanda a questi giovani come stanno

Paolo Crepet dice che la studentessa di Belluno che ha boicottato l’esame di maturità «è stata quanto meno ingenua». Perché «in tanti anni di scuola si è chiesta solo alla fine perché nessuno l’abbia mai ascoltata e capita». Lo psichiatra ed educatore parla della contestazione all’esame di Stato: «È andata proprio fuori tempo massimo. Protestare adesso, quando stai uscendo dal sistema scolastico, che senso ha? Non serve a niente. Non è di aiuto per nessuno». Secondo lui avrebbe dovuto parlare prima: «Anche perché in fondo sulle motivazioni ha anche ragione: avrebbe potuto stanare i suoi docenti e chiedergli: dove vi siete nascosti?», spiega in un’intervista al Messaggero.

La scuola

Crepet dice di rispettare il punto di vista della studentessa «perché è vero che la scuola non capisce i ragazzi: il sistema scolastico non si è mai adeguato a questa necessità. Nessuno in classe domanda a questi giovani come stanno. Non esiste lo spazio o il momento giusto per farlo: non è proprio previsto. Con chi dovrebbero parlare questi ragazzi? Non hanno nessuno con cui farlo. Né a scuola né in famiglia. Su questo abbiamo fallito. Ma la ragazza se l’è presa con l’unica cosa con cui non doveva prendersela». Ovvero i voti: «Questo non lo condivido: i ragazzi non accettano la valutazione ma non è possibile affrontare la vita con questo atteggiamento. Ci piace tanto Sinner ma poi, quando tocca a noi, i voti non vanno bene».

L’esempio di Sinner

Secondo Crepet il tennista «accetta le sconfitte, quindi la valutazione negativa, e va avanti per cercare di migliorare. Tutte le mattine si sveglia presto per allenarsi: servire un impegno costante. Ma non per vincere: per affrontare le sfide senza paura. Aspettiamo di vedere contro Djokovic e cosa vedremo? Assisteremo a una partita in cui due persone cercano i voti, vogliono i numeri: di certo non ne hanno paura. E sanno bene che uno dei due perderà, la valutazione non è sempre positiva ma questa è la vita».

La fragilità e i voti

Infine, i ragazzi secondo Crepet «devono abituarsi ai voti che ti dà la vita. Esiste ancora il non classificato? Potrebbe capitare anche quello e non sarebbe una tragedia. Impariamo ad accettare la valutazione e quando perdiamo andiamo avanti. Così si impara: nella vita bisogna saper fare le cose, qualunque lavoro si faccia. E quando si vuole protestare bisogna trovare qualcuno che ascolti».

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