Paolo Crepet e i ragazzi che rifiutano l’orale alla maturità: «Dovranno abituarsi ai voti che gli darà la vita»


Paolo Crepet dice che la studentessa di Belluno che ha boicottato l’esame di maturità «è stata quanto meno ingenua». Perché «in tanti anni di scuola si è chiesta solo alla fine perché nessuno l’abbia mai ascoltata e capita». Lo psichiatra ed educatore parla della contestazione all’esame di Stato: «È andata proprio fuori tempo massimo. Protestare adesso, quando stai uscendo dal sistema scolastico, che senso ha? Non serve a niente. Non è di aiuto per nessuno». Secondo lui avrebbe dovuto parlare prima: «Anche perché in fondo sulle motivazioni ha anche ragione: avrebbe potuto stanare i suoi docenti e chiedergli: dove vi siete nascosti?», spiega in un’intervista al Messaggero.
La scuola
Crepet dice di rispettare il punto di vista della studentessa «perché è vero che la scuola non capisce i ragazzi: il sistema scolastico non si è mai adeguato a questa necessità. Nessuno in classe domanda a questi giovani come stanno. Non esiste lo spazio o il momento giusto per farlo: non è proprio previsto. Con chi dovrebbero parlare questi ragazzi? Non hanno nessuno con cui farlo. Né a scuola né in famiglia. Su questo abbiamo fallito. Ma la ragazza se l’è presa con l’unica cosa con cui non doveva prendersela». Ovvero i voti: «Questo non lo condivido: i ragazzi non accettano la valutazione ma non è possibile affrontare la vita con questo atteggiamento. Ci piace tanto Sinner ma poi, quando tocca a noi, i voti non vanno bene».
L’esempio di Sinner
Secondo Crepet il tennista «accetta le sconfitte, quindi la valutazione negativa, e va avanti per cercare di migliorare. Tutte le mattine si sveglia presto per allenarsi: servire un impegno costante. Ma non per vincere: per affrontare le sfide senza paura. Aspettiamo di vedere contro Djokovic e cosa vedremo? Assisteremo a una partita in cui due persone cercano i voti, vogliono i numeri: di certo non ne hanno paura. E sanno bene che uno dei due perderà, la valutazione non è sempre positiva ma questa è la vita».
La fragilità e i voti
Infine, i ragazzi secondo Crepet «devono abituarsi ai voti che ti dà la vita. Esiste ancora il non classificato? Potrebbe capitare anche quello e non sarebbe una tragedia. Impariamo ad accettare la valutazione e quando perdiamo andiamo avanti. Così si impara: nella vita bisogna saper fare le cose, qualunque lavoro si faccia. E quando si vuole protestare bisogna trovare qualcuno che ascolti».