Dazi, nella mente di Trump. Cosa ha spinto il presidente Usa a fare «bullismo economico» contro l’Unione europea


Ci sono alcuni fattori che hanno spinto Donald Trump ad alzare i dazi verso i paesi dell’Unione europea al 30 per cento. Li elenca oggi Massimo Gaggi per il Corriere della Sera. Il primo è l’elevato livello degli incassi per dazi. Perché dall’inizio dell’anno gli introiti Usa da tariffe hanno già superato i 100 miliardi di dollari. Una stima che a dicembre potrebbe attestarsi a quota 300. Non abbastanza per colmare il deficit statunitense o finanziare i tagli fiscali, ma comunque un grosso flusso. Il secondo fattore è che il fantasma della cosiddetta inflazione, oltreoceano, finora non si è palesato. Per questo Trump, nonostante gli analisti di mezzo mondo gli dicono che non è una mossa intelligente, va avanti convinto: è sicuro che i suoi sgravi fiscali faranno crescere il reddito nazionale a tassi (anche sopra il 6% annuo) mai visti prima. Quindi, sottolinea Gaggi, è tornato a fare «bullismo economico». Anche perché, a ben vedere, gli europei non avevano molte carte dalla loro parte.
Le carte, poche, degli europei
Analizzando per esempio Cina e Regno Unito, con cui alla fine gli Usa sui dazi sono stati più clementi, il gigante asiatico ha dalla sua le forniture delle terre rare e di componentistica basilari per l’industria hi-tech. E Londra? Ha seguito la strada delle esenzioni a settori, per l’aeronautica e l’auto. Questo perché i motori avio della Rolls Royce servono per la Boeing. Mentre europei, giapponesi e coreani – spiega Gaggi – «esportano negli Usa 4,5 milioni di veicoli»: un’esenzione, agli occhi di Trump, significa rinunciare a «un pilastro della sua strategia commerciale». Così ora l’Ue si trova a trattare. Non solo con Trump ma anche con internamente. Perché ogni paese europeo ha il suo settore da proteggere. Il cancelliere tedesco Merz per esempio, vorrebbe concentrare gli sforzi negoziali su auto, chimica, farmaceutica, meccanica. Tenendo fuori l’alimentare, settore che per i dazi USA in Italia sarà tra i più colpiti.