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Il suggerimento del ministro Urso: «Con Trump si tratti. L’escalation sarebbe un disastro»

13 Luglio 2025 - 08:33 Alba Romano
urso dazi
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Per il ministro delle imprese «non è il momento delle ritorsioni». Il presidente americano agisce così «perché intende chiudere il negoziato entro luglio e quindi alza la posta»

«Sappiamo che non abbiamo alternativa al negoziato, perché se applicassimo misure di ritorsione innescando una guerra commerciale le conseguenze sull’economia dei due continenti sarebbero devastanti». Queste, al Corriere della Sera, le parole del ministro delle Imprese Adolfo Urso in merito all’applicazione del 30 per cento dei dazi Usa sui paesi europei. «Trump ha fatto altrettanto con altri Paesi, con i quali sembrava avesse già raggiunto un accordo. Basti pensare a Canada e Messico». Urso cita anche la Cina e la questione fentanyl: questo «ci fa capire che non si tratta di un mero esercizio commerciale ma di una trattativa di ben più vasto respiro che per quanto ci riguarda chiama in causa anche gli investimenti europei sulla Difesa».

«Con Trump agire con la testa non con la pancia»

Secondo il ministro Urso, Trump agisce così «perché intende chiudere il negoziato entro luglio e quindi alza la posta. È consapevole che non può sostenere un negoziato prolungato perché l’impatto dell’incertezza sull’economia americana può essere devastante. Sin dall’inizio è stata una trattativa dura, proprio per questo non occorre reagire di pancia ma con la testa, mantenendo la coesione europea, responsabilità e unità d’intenti».

«Non è il momento delle ritorsioni, quella di Meloni è posizione responsabile»

Urso ha rilasciato una intervista anche a La Stampa dove dichiara: «In questi giorni occorre dedicare ogni energia al negoziato, se dovesse fallire decideremo insieme cosa fare. Intesa che dobbiamo assolutamente cercare ed essere equa e sostenibile per tutti. Non è il momento delle ritorsioni. Se non si raggiungesse un’intesa valuteremo cosa fare con gli altri partner dell’Unione, consapevoli che una guerra commerciale avrebbe ripercussioni drammatiche sui due continenti, in Europa come negli Stati Uniti. Uno scenario insostenibile, mentre dobbiamo fronteggiare insieme la guerra della Russia in Ucraina e l’instabilità globale». «La risposta della Commissione dovrà essere innanzitutto nel togliere i cosiddetti dazi interni che ci siamo autoimposti, a cominciare dalla follia del green deal e dall’eccessiva burocrazia che pesa sul nostro Continente». E infine quella di Meloni «è una posizione responsabile, realistica, pragmatica che risponde agli interessi nazionali e dell’Unione. Secondo la Banca centrale europea, se la Commissione rispondesse alla minaccia di dazi con ritorsioni di pari entità, le conseguenze sulla economia del nostro continente sarebbero di gran lunga peggiori, insostenibili».

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