Maturità boicottata, parla il prof Maggi: «Gli studenti hanno ragione. Ipocrisia? È la scuola che promuove tutti solo per fare più iscritti»


A prendere posizione sul fenomeno degli studenti che hanno boicottato l’orale dell’esame di Maturità ora è anche una delle voci più riconoscibili del panorama scolastico e televisivo: Andrea Maggi, professore di lettere e volto noto del programma televisivo Il Collegio, dove ha partecipato come insegnante di italiano. In una lettera pubblicata sul Gazzettino, Maggi analizza senza sconti la portata e il significato delle recenti proteste studentesche, avvenute in diverse scuole. «Comunque la si pensi, questi episodi mettono in evidenza due cose importanti: il disagio reale degli studenti nei confronti di un sistema con cui non si sentono in sintonia e l’ipocrisia del sistema scolastico», commenta Maggi. Il suo parere si aggiunge a quelli già condivisi da altri docenti noti sui social: da Vincenzo Schettini de La fisica che ci piace che ha assunto una posizione più critica dicendo che «i modi per protestare sono altri» allo scrittore e insegnante Enrico Galiano che ha difeso la scelta degli studenti.
Il paradosso a scuola
Secondo Maggi, le proteste degli studenti mettono in luce un paradosso importante: «la scuola promuove quasi tutti ma gli studenti sono insoddisfatti» e i risultati reali vacillano. I numeri parlano chiaro, ricorda il docente: il 96,5% degli studenti ammessi all’esame di Stato e il 99,8% diplomati l’anno scorso, a fronte però di dati Invalsi drammatici, che mostrano come uno studente su due non raggiunga nemmeno le competenze base in italiano e matematica. «Tutti bravissimi, dunque?», si chiede provocatoriamente il professore.
Il problema della scuola
Secondo Maggi, la radice del problema sta nell’autonomia scolastica e nella pressione esterna a migliorare l’apparenza. «Il sistema scolastico è ossessionato dai piani di miglioramento dell’offerta formativa. I dirigenti scolastici hanno la necessità di dimostrare l’efficienza dei loro istituti attraverso i risultati, per cui spronano i docenti al successo formativo dei loro studenti. E siccome sono i dati a parlare, la necessità di ogni istituto scolastico è mostrare all’esterno che tutti i suoi studenti vengono promossi».
«Gli studenti ci stanno dando un messaggio importante»
Secondo il docente, quindi, la promozione diventa una necessità strategica. «Garantire il successo agli studenti significa garantire un buon numero di iscritti, il mantenimento dei posti di lavoro per i docenti e adeguati finanziamenti. Per contro, una scuola in cui gli studenti ottengono voti tendenzialmente bassi, o dove addirittura si boccia, risulta molto meno appetibile. Ed ecco l’ipocrisia del sistema, che manda avanti tutti non perché vada effettivamente tutto bene, ma per salvare le apparenze e per evitare i noiosi ricorsi dei genitori. In sostanza, il sistema-istruzione italiano fa sì che si promuovano tutti per dire a se stesso che funziona bene; in altre parole, per autoassolversi». Per questo, secondo Maggi, le proteste degli studenti «ci hanno consegnato un messaggio di certo scomodo, ma che non possiamo ignorare: i giovani non vogliono più essere presi in giro. E in questo senso la loro protesta è giusta».