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Maturità, Valditara contro gli studenti: «Muti, non possono farla franca. Anche io rischiai, in due settimane recuperai lo studio di mesi»

13 Luglio 2025 - 10:55 Ugo Milano
valditara-proteste-esame-orale-maturita
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L'intervista del ministro dell'Istruzione al Corriere della Sera: «Ringrazio ancora oggi quella docente per avermi richiamato al senso di responsabilità»

«Non si prendono in giro gli insegnanti, si rispetta il loro lavoro, si rispettano i compagni che hanno creduto in quel momento e si sono impegnati, che hanno provato ansia, stress, coltivato speranze, hanno dedicato mesi per prepararsi all’appuntamento. Devo rispettare il loro impegno, non posso farla franca se decido di fare scena muta». Queste le parole, in un’intervista al Corriere della Sera, del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara in merito ai diversi casi di studenti che rifiutano di fare l’esame orale alla Maturità. Annuncia che verrà introdotta una norma contro il boicottaggio: hi fa scena muta all’orale verrà rimandato. «Con questa norma -sottolinea – voglio dare un forte messaggio in linea con la Costituzione. C’è un problema importante nella società italiana ed è il rapporto con la regola. Troppo spesso non è chiaro che la regola si rispetta, così come si rispettano le persone: all’esame ci sono commissari che dedicano il proprio tempo ad una funzione sancita dalla nostra Costituzione».

Valditara e la prof che lo minacciò: «Se non ti metti a studiare non ti ammetto»

Secondo Valditara il motivo del gesto degli studenti è «una difficoltà ad affrontare le prove. La mia preoccupazione è per il messaggio diseducativo che la legittimazione di tali gesti rischia di lanciare. Se si consentisse di rifiutare senza conseguenze di sottoporsi all’esame, sarebbe legittimo rifiutare tutto ciò che non ci piace. Dobbiamo piuttosto insegnare ai giovani che ci sono modalità democratiche per cambiare le regole che non ci piacciono». Valditara racconta che «alla vigilia dell’esame la professoressa mi ha detto: se non ti metti a studiare non ti ammetto. E così in due settimane ho recuperato il programma di mesi. Ringrazio ancora oggi quella docente per avermi richiamato al senso di responsabilità».

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