Otto per mille, la Chiesa cattolica perde terreno, aumenta chi sceglie di lasciare i soldi allo Stato


Una lenta ma inequivocabile discesa, dal cuore ma anche dal portafogli, almeno fiscale degli italiani. I dati dell’8 per mille relativi alle dichiarazioni dei redditi pubblicati oggi dal ministero dell’Economia e delle Finanze confermano una tendenza che si era già osservata negli scorsi anni: si riduce il numero di cittadini che conferisce la parte fiscale su cui è possibile effettuare una scelta alla chiesa cattolica. I dati ripartiti hanno uno scarto temporale non piccolo: nel 2025 sono stati affidate le scelte fatte nell’anno fiscale 2021, nel 2024 quelle fatte nel 2020. Difficile quindi fare un collegamento diretto con l’attuale situazione politica. Fatto sta che nel 2021, 4.110.266 – che poi rappresentano il 24,63 delle scelte espresse e il 25,45 dell’importo totale – avevano scelto di dare il proprio 8 per mille allo stato. La chiesa cattolica ha ricevuto invece 11.599.375 scelte, che rappresentano il 69,51 di quelle espresse e il 68,72 dell’importo totale.
Le scelte nell’anno fiscale 2020
Ma come era la situazione nell’anno precedente? Le scelte espresse valide del 2020, ripartite nel 2024 erano state 4.025.480 a favore dello Stato 24,00, e il 25,62 del totale. A favore della chiesa cattolica erano state raccolte 12.064.379, firme, il 71,73 delle scelte espresse e 71,00 rispetto al totale. Da un anno all’altro per il Vaticano c’è stato dunque un discreto passo indietro. Da notare che non tutto è andato in scelte nei confronti dello Stato, che pure sono aumentate, a riprova che le scelte stanno andando maggiormente verso il sostegno ad altre confessioni religiose.
Quanti contribuenti
Interessante notare anche che il totale dei contribuenti nel 2021 è stato 41.497.318 e tra questi solo 16.687.453 hanno espresso una scelta. L’anno prima i contribuenti erano stati 41.180.529, le scelte valide s16.774.923, più o meno sempre la stessa percentuale di contribuenti 40,54 nel 2020, 40,21 nel 2021