Il generale e la bomba atomica russa: «Se attaccati dalla Nato possono sganciarla»


Il generale Leonardo Tricarico dice che la Guerra Fredda è finita. E quindi i suoi principi si stanno sgretolando. Anche sull’uso delle armi atomiche: «Dal concetto di deterrenza, i russi sono passati al ricatto: secondo la loro dottrina, che ha fatto un notevole passo indietro, l’arma atomica è utilizzabile con più facilità. Hanno abbassato l’asticella. Ai tempi della Guerra fredda, la dottrina sovietica contemplava il ricorso al nucleare solo quando fosse stata messa in sindacato l’esistenza stessa del Paese. Ora, invece, i russi dicono: se veniamo attaccati da un paese della Nato, anche con armi convenzionali, noi ci sentiamo in diritto di reagire con armi atomiche», dice a Francesco Grignetti per La Stampa.
La Russia e la bomba
E quindi, spiega Tricarico, «c’è stato il passo indietro negativo dei russi rispetto ai tempi della Guerra fredda che dicevo. E poi c’è il Trattato di non proliferazione che sta scricchiolando, perché ormai, con i tempi che corrono, ognuno si sente più sicuro se possiede un’arma nucleare. Quindi c’è da aspettarsi che ci sarà una proliferazione di armi nucleari. Chiunque abbia quella tecnologia vorrà dotarsi di bombe nucleari. Questi sono i passi negativi che sono stati compiuti». Oggi, spiega, «le testate nucleari sono montate su bombe più precise di un tempo e che possono essere lanciate con aerei “invisibili” ai radar del nemico come gli F35, ma soprattutto in missili installati in sottomarini che girano continuamente negli oceani, e sui grandi missili intercontinentali».
Il rischio per la Nato
Poi Tricarico parla anche delle bombe americane custodite in Italia: «Per l’uso di bombe atomiche che si trovano nel nostro Paese, occorre la doppia approvazione: americana e italiana. Quanto ai piloti, non potrebbero mai essere italiani. Non è previsto. Magari in qualche altro paese europeo potrebbe teoricamente accadere che i loro aerei siano armati con bombe atomiche degli Usa. Ma ribadisco: non con gli italiani».
E per ora nemmeno nei missili: «È vero che la nostra Aeronautica ha questi missili nei suoi arsenali. Sono armi che possono colpire da 500 a 1000 km di distanza, con eccezionale precisione, facendo in modo che l’aereo e il pilota restino lontani dalla contraerea avversaria. Ma sono e restano, per il momento, armi convenzionali. E proprio perché sono armi di precisione, si possono usare contro obiettivi militari e non civili a differenza dei russi, che usano i loro soldati come carne da cannone, e missili e droni come arma di terrore contro la popolazione civile ucraina. Ciò detto, in futuro potrebbe anche accadere che ci sia una evoluzione di questi missili a lungo raggio in senso atomico. Ma al momento così non è».