Maturità boicottata, Valditara non ne può più: «Gli studenti sono contro voti e competizione? La vita è fatta di questo»


Non ne vuole sapere il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, degli studenti e delle studentesse che continuano a moltiplicarsi nella protesta contro l’orale della Maturità. L’ultimo caso arriva oggi, con Pietro Marconcini, studente che ha scelto una via originale: invece di rifiutarsi di parlare durante l’orale, ha deciso di scrivere direttamente al ministro per chiedere che il proprio voto a maturità terminata fosse abbassato al minimo. Ma Valditara non arretra. «Ci sono forme democratiche anche all’interno del mondo scolastico per far emergere le proprie problematiche: non a caso ho voluto valorizzare le consulte studentesche, con loro discutiamo e affrontiamo le problematiche che vengono dal mondo degli studenti. Ho sentito invece motivazioni su questo boicottaggio all’orale della maturità che francamente non mi convincono».
«Sono contro voti e competizione? La vita è fatta di questo»
Entrando nel merito delle motivazioni portate avanti dagli studenti e dalle studentesse, il ministro non è d’accordo. «I ragazzi dicono: “Siamo contro le valutazioni e la competizione”. Ma la vita è fatta di questo. E poi, con il 99,8% dei promossi, di cosa stiamo parlando? Le prove, le valutazioni, bisogna abituarsi ad affrontarle. Quando si affronterà il capo, il collega al lavoro, l’università… se uno non si abitua ad affrontare questo percorso scolastico, si rischia di non saper affrontare le grandi sfide a cui la vita chiama».
Le proteste degli studenti contro la Maturità
La protesta degli studenti è iniziata qualche settimana fa con il primo caso in Veneto di Gianmaria Favaretto, maturando del liceo scientifico Fermi di Padova, che ha scelto di non sostenere la prova orale come forma di dissenso. Poco dopo si è unita Maddalena Bianchi, studentessa liceale di Belluno. A questi primi episodi se ne sono aggiunti altri fuori regione. A Firenze, in una scuola paritaria, un altro studente ha rifiutato l’orale dopo aver totalizzato 62 punti tra scritti e crediti degli anni precedenti. In tutti questi casi, il gesto è stato una presa di posizione contro un sistema ritenuto troppo competitivo e poco attento al benessere psicologico degli studenti. Ma la reazione del ministro è stata netta, ventilando da subito la possibilità di introdurre la bocciatura per chi boicotta deliberatamente l’esame orale.