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Scrive al prof con ChatGPT ma lascia le tracce. La risposta del docente diventa virale: «Che razza di tesi scriverai?» – L’intervista

22 Luglio 2025 - 18:49 Ygnazia Cigna
studente mail chatgpt
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Per l'errore Francesco Spuma, 23 anni, ha ricevuto centinaia di critiche e insulti sui social. In compenso - racconta a Open - il docente ha deciso lo stesso di assegnargli la tesi

Una mail scritta con l’aiutino di ChatGPT e inviata da uno studente al suo futuro relatore di tesi è diventata una gaffe virale su TikTok. È quanto successo a Francesco Spuma, un ragazzo di 23 anni che studia Scienze della Formazione all’università. Nel testo si è dimenticato la seguente dicitura a inizio mail: «Gentile Professore [Cognome]». Un chiaro segnale che ha fatto intuire al docente lo zampino dell’intelligenza artificiale. «Francesco, santo cielo! Adesso pure le email scritte in automatico con l’IA! Con queste premesse, che razza di tesi scriverai?», gli ha risposto il professore con un’altra mail. A far emergere la storia è stato lo stesso studente in un video pubblicato su TikTok dove, però, è stato travolto da un’ondata di critiche. «Mi hanno riempito di messaggi negativi. Il docente è una persona molto seria, ma l’ha presa con un pizzico di ironia. E, nonostante la gaffe, mi ha concesso la possibilità di fare la tesi con lui», racconta a Open lo studente.

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Screen dello scambio di email tra lo studente e il docente

Il racconto dello studente

«Era la sessione estiva, avevo deciso di anticipare alcuni esami del quinto anno, quindi mi ero prefissato di sostenerne sette in totale. Quando ho inviato quella mail, ero al quarto esame e sinceramente ero a pezzi. Appena finivo una prova, dovevo subito prepararmi per l’altra, non avevo nemmeno un attimo per riposarmi. E in mezzo a tutto questo, si sono aperte le candidature per la richiesta del relatore di tesi», inizia a spiegare il 23enne. In quel momento di forte stress, lo studente ha deciso di affidarsi a ChatGPT per scrivere le email da inviare al professore scelto come possibile relatore: «Ho chiesto a ChatGPT di aiutarmi con la stesura delle mail. L’ho fatto per tutte, anche quelle iniziali dove spiegavo l’argomento della tesi. Poi il professore mi ha risposto, mi ha inviato anche un modulo da firmare… insomma, c’è stato un botta e risposta. Ma l’ultima mail, quella dove dovevo rimandare indietro il modulo firmato, l’ho proprio copiata e incollata da ChatGPT. Era un momento di esaurimento e ho fatto una piccola gaffe», prosegue.

«Il prof? Mi ha concesso comunque la tesi»

Il professore, che lo studente conosce bene per aver già sostenuto con lui alcuni esami, ha risposto con ironia, ma senza interrompere la collaborazione: «È una persona molto seria, ma anche molto ironica. È vero, il tono poteva sembrare un rimprovero, ma in fondo era solo una battuta. E infatti, pochi minuti dopo, mi ha mandato un’altra mail, allegando la copia del modulo che aveva già inviato alla segreteria. Se davvero avesse avuto un problema con me, penso che mi avrebbe detto di cercare un altro relatore», prosegue lo studente. Nei giorni successivi, la comunicazione tra docente e studente è continuata, ulteriore segnale che il professore ci è passato sopra.

L’ondata di commenti negativi

Ciò che ha sorpreso veramente il 23enne è stato il tipo di reazione che si è innescata online dopo la pubblicazione del suo video ironico. «Mi espongo sui social da anni e i commenti negativi non mi hanno mai creato problemi. So come funzionano le dinamiche online: non tutti la pensano come te, non tutti capiscono il tono. Ma su questo tema ho letto cose davvero assurde», dice. «C’è chi ha detto che non sono portato per l’università, che uno studente che fa errori del genere non dovrebbe nemmeno esserci. Mi sembra assurdo che per qualcuno una persona non è in grado di studiare solo perché ha usato l’intelligenza artificiale». E conclude: «Usarla non significa essere stupidi o impreparati. Di certo, non è l’uso dell’IA a definire il valore di uno studente. È stata solo una gaffe. E io l’ho raccontata con ironia, come andrebbe vissuta».

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