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È morto Ludovico Peregrini, il famoso «Signor No» dei quiz di Mike Bongiorno. Da Rischiatutto a Chi vuol essere milionario: perché si chiamava così

09 Agosto 2025 - 17:05 Giulia Norvegno
Morto Peregrini Signo No
Morto Peregrini Signo No
Dopo 40 anni di collaborazione con Mike Bongiorno, il popolare giudice inflessibile dei quiz show ha partecipato alle trasmissioni di Fabio Fazio e Gerry Scotti

È morto a 82 anni Ludovico Peregrini, figura storica della televisione italiana diventato popolare come il «Signor No» di Rischiatutto, oltre che collaboratore di quiz show più recenti come, tra gli altri, «Chi vuol esser milionario?». La morte è avvenuta in Bretagna, dove viveva, circondato dalla famiglia: la moglie Nicou e le figlie Sofia e Anna hanno dato la notizia all’Ansa.

Chi era il «Signor No» della televisione italiana

Nato a Como il 27 giugno 1943, Peregrini si era guadagnato il soprannome per il suo rigore nell’applicare i regolamenti durante le trasmissioni. Quando l’Ordine dei Notai vietò agli iscritti le apparizioni televisive, divenne lui il giudice responsabile di gara, opponendosi sistematicamente alle richieste di deroga avanzate da Mike Bongiorno.

Con Mike Bongiorno per 40 anni

La collaborazione con Mike Bongiorno durò quattro decenni e attraversò numerose produzioni televisive. Peregrini fu autore di programmi come Telemike, La ruota della fortuna, Allegria! e Bravo Bravissimo. Partecipò anche al Festival di Sanremo 1997 e, segno del legame profondo con il conduttore, fu tra coloro che portarono a spalla il feretro ai funerali di Bongiorno.

L’eredità televisiva dei quiz in Tv

Peregrini ha poi collaborato con Gerry Scotti in trasmissioni come Vinca il migliore, Il Quizzone e Chi vuol essere milionario?. Nel 2016 tornò sugli schermi interpretando ancora una volta il ruolo del «Signor No» nel remake di Rischiatutto condotto da Fabio Fazio. Come ha ricordato la famiglia, Peregrini è rimasto «fino all’ultimo pieno di curiosità, leggerezza e disponibilità». La sua più grande soddisfazione professionale era stata quella di «aver potuto con i suoi programmi tenere compagnia a tanta gente».