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Ex Ilva, il ministro Urso spiega come cambierà volto: «Entro marzo 2026 daremo le chiavi ai nuovi investitori»

14 Agosto 2025 - 08:59 Alba Romano
Il ministro delle Imprese e Made in Italy al Sole 24ore: «C'è una dote di 750 milioni. Assunte le decisioni necessarie»

«Abbiamo assunto le decisioni che erano necessarie in questa fase, per iniziare a dare certezza agli investitori sul percorso di decarbonizzazione: il rilascio di un’ Aia adeguata, l’impegno delle istituzioni a realizzare le migliori condizioni di investimento, attraverso anche il commissario straordinario, le opere infrastrutturali portuali e misure di contesto significative sul piano sanitario, ambientale, scientifico e tecnologico». Queste le parole in un’intervista a Il Sole 24 Ore del ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, parlando dell’ex Ilva di Taranto. «Nelle indicazioni di aggiornamento della gara – aggiunge – è previsto che lo Stato, attraverso Dri d’Italia, fornisca il preridotto necessario per i forni elettrici che si prevede di realizzare per sostituire gradualmente gli altoforni in piena continuità produttiva. La localizzazione dei Dri sarà decisa dopo il 15 settembre – data entro cui saranno depositate le manifestazioni di interesse vincolanti con il relativo piano industriale – sulla base appunto dei volumi necessari per alimentare i forni elettrici e quindi sul necessario approvvigionamento di gas. Nel contempo si concluderanno anche i lavori del Comitato tecnico per Gioia Tauro e, a quel punto, avremo tutti gli elementi per decidere in piena trasparenza, consapevolezza e responsabilità, tenendo conto anche dei rilevanti impatti occupazionali, che spero siano tenuti in adeguata considerazione da parte degli enti locali che hanno la competenza diretta sull’eventuale collocazione della nave rigassificatrice. Il Polo del Dri sarà comunque realizzato, secondo le necessità di Taranto e comunque per garantire la sicurezza nazionale».

Il passaggio dagli altoforni ai forni elettrici

«Una volta chiusi i termini per le nuove offerte – va avanti l’esponente dell’Esecutivo -, potrebbe servire circa un mese per la negoziazione in esclusiva. Poi ci sono i tempi dell’Antitrust e dell’esame del golden power italiano. Nel frattempo le ultime risorse stanziate, 200 milioni, dovrebbero consentire di riattivare progressivamente i tre altoforni, sempre che ci sia il dissequestro di Afo-1. A quel punto potremmo consegnare gli impianti al nuovo investitore entro il primo trimestre del 2026 con una capacità produttiva di 6 milioni di tonnellate, lasciando poi che lavori al graduale passaggio ai forni elettrici». «Posso dire che ci sarà a disposizione una dote di 750 milioni relativa a contratti di sviluppo che erano stati delineati per la precedente proprietà, all’epoca di ArcelorMittal, ma poi non sono stati utilizzati», aggiunge il ministro. Parlando dell’effetto dei Dazi Usa, Urso sostiene afferma che è «ancora troppo presto per valutare se e quale sia l’impatto sull’export negli Stati Uniti, anche perché occorre considerare la conclusione delle trattative nei confronti dei Paesi nostri concorrenti sul mercato americano, che allo stato sembrano orientati su livelli di gran lunga superiori ai nostri, con l’eccezione della Gran Bretagna, che però non è nostra concorrente sul mercato Usa».

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