Il dolore al piede, i problemi di memoria e il peggioramento improvviso: muore a 61 anni per sospetto caso di “mucca pazza”


Un dolore al piede, all’inizio, che sembrava nulla di grave. Poi i problemi di memoria, le difficoltà motorie, fino al peggioramento improvviso e al ricovero. È la parabola drammatica di Edoardo Righetto, 61 anni, imprenditore di Rubano (Padova), morto lo scorso 12 agosto all’ospedale cittadino per una sospetta encefalopatia da prioni, la famiglia di malattie neurodegenerative rare balzate agli onori delle cronache con l’epidemia di «mucca pazza». La diagnosi è ancora da confermare, ma – come riportato dal Corriere – il sospetto è concreto.
I sospetti concreti di mucca pazza
Gli esami già eseguiti sul liquor spinale e con tampone nasale, coordinati dal professor Gianluigi Zanusso al Policlinico universitario di Verona, centro di riferimento del Triveneto, hanno evidenziato la possibile presenza della patologia. Decisivo sarà però l’esame neuropatologico del cervello, il cui esito arriverà solo nei prossimi mesi e dovrà passare anche al vaglio dell’Istituto superiore di sanità. Il 9 agosto, una crisi respiratoria ha colto Righetto mentre si trovava in casa, accanto alla figlia Chiara. Tre giorni dopo, il decesso. Ora Rubano si prepara a dargli l’ultimo saluto: funerali fissati il 26 agosto.
La lunga malattia senza cure
Da circa un anno Righetto conviveva con dolori persistenti e disturbi che lo avevano costretto a rivedere le sue abitudini, pur senza mai abbandonare il lavoro e la famiglia. A metà luglio i medici dell’Azienda Ospedaliera di Padova avevano comunicato alla famiglia la diagnosi di encefalopatia da prioni, con un’aspettativa di vita di poche settimane. Una verità che i parenti avevano scelto di non rivelargli, per permettergli di trascorrere in serenità gli ultimi giorni.
Mucca pazza e varianti umane: che cosa sappiamo
L’encefalopatia da prioni può manifestarsi in forme diverse: sporadiche, genetiche o legate a contaminazioni esterne. Tra queste ultime, la più nota è la variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob (vCJD), collegata all’epidemia di encefalopatia spongiforme bovina (BSE), la cosiddetta “mucca pazza”, che esplose nel Regno Unito tra gli anni ’80 e ’90 e raggiunse l’Italia nei primi Duemila, spingendo all’abbattimento di migliaia di capi e a un’ondata di panico alimentare. Oggi la malattia è considerata estremamente rara: un caso ogni milione di persone all’anno. In Italia, i sistemi di sorveglianza introdotti nel 2001 hanno reso il rischio controllato.
Il caso di Righetto
La morte di Edoardo Righetto resta, al momento, un caso sospetto. Potrebbe trattarsi di una forma sporadica o genetica, non necessariamente collegata alla BSE. Ma l’eco della “mucca pazza” è tale da riportare tutti indietro di vent’anni, a quando la paura di un’epidemia globale cambiò per sempre le abitudini dei consumatori e la gestione della sicurezza alimentare. Il verdetto scientifico, però, è atteso nei prossimi mesi.