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Ucraina, Zelensky attacca: «Missili sulla Russia? Non dobbiamo chiedere a Washington». Trump si schiera con lui: «Popolo indomabile»

24 Agosto 2025 - 16:11 Ugo Milano
volodymyr zelensky usa trump
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Il leader di Kiev ha ribattuto al veto imposto dal Pentagono sulle armi a lungo raggio. Anche papa Leone scrive per la Festa dell'Indipendenza: «Le armi tacciano»

Per Kiev il veto americano sulle armi a lungo raggio ha ben poco valore, almeno formalmente. «Abbiamo usato missili nostri per colpire la Russia», ha spiegato in un’intervista il presidente Volodymyr Zelensky in riferimento agli attacchi sferrati questa notte. «Non abbiamo bisogno di consultare Washington a riguardo». Parole che assomigliano a una diretta risposta alla posizione del Pentagono, che secondo il Wsj da mesi proibisce l’utilizzo dei suoi Atacms contro obiettivi russi dopo che Joe Biden aveva invece aperto a questa prospettiva.

L’ipotesi di truppe in Ucraina, Zelensky: «Sarebbe importante»

Un altro terreno scivoloso, per quanto riguarda il futuro di Kiev, è l’ipotesi di truppe straniere di stanza in Ucraina. Un progetto fortemente voluto da Francia e Regno Unito, criticato da Italia e Stati Uniti, e per il quale Zelensky starebbe spingendo non poco: «La questione dei “boots on the ground” sarebbe importante dopo la fine della guerra», ha ribadito.

Papa Leone e il messaggio per l’Ucraina: «Prego perché le armi tacciano»

«È con il cuore ferito dalla violenza che devasta la vostra terra, mi rivolgo a voi, invocando Dio perché consoli quanti sono provati dalle conseguenze del conflitto». Il messaggio di papa Leone XIV si aggiunge alle decine inviati a Volodymyr Zelensky in occasione del 34esimo anniversario dell’Indipendenza di Kiev. Il Papa ha rivolto le sue preghiere a Dio «affinché muova i cuori delle persone di buona volontà» e «il clamore delle armi taccia, cedendo il posto al dialogo e aprendo la strada della pace per il bene di tutti».

Trump scrive a Zelensky: «Basta con questa carneficina, rispettiamo la tua lotta»

«È venuto il momento di porre fine a una carneficina senza senso». Con queste parole, il presidente americano Donald Trump porge il braccio a ulteriori future trattative tra Ucraina e Russia, dopo che negli scorsi giorni l’accelerazione in vista di un futuro trilaterale era stata bruscamente interrotta. «Il popolo ucraino ha uno spirito indomabile, e il coraggio del tuo Paese è di ispirazione per molti», ha scritto in una lettera inviata al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Gli Stati Uniti rispettano la tua lotta, onorano i tuoi sacrifici e credono nel tuo futuro come una nazione indipendente». Trump ha poi ribadito di sostenere «un accordo negoziale che porti a una pace duratura che fermi lo spargimento di sangue e salvaguardi la sovranità e la dignità dell’Ucraina».

Il messaggio alla nazione di Zelensky: «Torneremo presto uniti, è questione di tempo»

In occasione della Festa dell’Indipendenza, Zelensky ha registrato un videomessaggio rivolto al popolo ucraino: «Un giorno, la distanza tra gli ucraini scomparirà e saremo di nuovo insieme come un’unica famiglia, come un unico Paese. È solo questione di tempo. E l’Ucraina crede di poterlo raggiungere: raggiungere la pace, la pace in tutto il suo territorio. L’Ucraina ne è capace», sono le prime parole del leader. «Quando sentiamo ogni giorno dal nemico: “Non esiste uno Stato, una nazione”, ogni giorno dimostriamo il contrario, dimostriamo che gli ucraini esistono e che gli ucraini rimarranno su questa terra». Zelensky non rinuncia a dare una spallata al presidente russo Vladimir Putin: «Un’Ucraina unita non sarà mai più costretta nella storia a quella vergogna che i russi chiamano compromesso. Abbiamo bisogno di una pace giusta. Quale sarà il nostro futuro solo noi possiamo deciderlo, e il mondo lo sa. Il mondo lo rispetta. Rispetta l’Ucraina, percepisce l’Ucraina come un suo pari».

L’attacco ucraino alla centrale russa del Kursk

Un attacco notturno con drone ucraino ha provocato un incendio nella centrale nucleare russa di Kursk. Le difese aeree russe hanno abbattuto il velivolo, che «è esploso» all’impatto danneggiando un trasformatore ausiliario. L’incendio «è stato domato dai vigili del fuoco», secondo il comunicato ufficiale pubblicato su Telegram dall’operatore della centrale. L’incidente ha causato una riduzione della capacità di un reattore, ma le autorità assicurano che «il livello di radioattività nel sito della centrale nucleare di Kursk e nell’area circostante non è cambiato e corrisponde ai valori naturali». Non si registrano vittime o feriti, ma l’episodio solleva nuove preoccupazioni sulla sicurezza degli impianti nucleari in zona di guerra.

Attacchi simultanei su territorio russo lontano dal fronte

La campagna di droni ucraini si è estesa oltre le regioni di confine, raggiungendo aree tradizionalmente considerate sicure. Sul porto di Ust-Luga, vicino a San Pietroburgo, l’intercettazione di 10 droni ha provocato un incendio in un terminal petrolifero del gruppo russo Novatek. Le autorità regionali russe riferiscono di intercettazioni multiple durante la notte, dalla regione del Volga fino alle coste del Mar Baltico. Solo nella regione di Bryansk, le difese aeree hanno abbattuto 21 droni ucraini in una singola notte, secondo il governatore Alexander Bogomaz.

Bandiere ucraine sventolano nei territori conquistati

In occasione della Giornata della Bandiera nazionale, le truppe ucraine hanno issato simboli blu-gialli nei villaggi russi sotto controllo. I soldati del battaglione ‘Rugby Team’ della 129ma brigata hanno piazzato le bandiere a Gornal e Guyevo, nella regione di Kursk. «Ora sventolano su Gornal e Guyevo, come segno di invincibilità, come promemoria per il nemico: l’Ucraina non dimentica mai e si riprende ciò che le appartiene», ha dichiarato la brigata su Facebook. Un gesto simbolico che sottolinea la presenza ucraina nei territori di etnia ucraina oltre confine.

Caos negli aeroporti: chiusi quelli di Mosca e San Pietroburgo

Gli attacchi con droni hanno provocato la chiusura temporanea di numerosi aeroporti russi, inclusi quelli delle due principali città del paese. L’aeroporto Pulkovo di San Pietroburgo ha deviato oltre 30 voli su scali alternativi, mentre più di 50 collegamenti hanno subito ritardi. Le compagnie aeree Aeroflot, Rossiya e Pobeda hanno dovuto rivedere i propri orari. Anche gli aeroporti di Nizhny Novgorod, Tambov, Samara, Nizhny Kama, Izhevsk, Ulyanovsk, Kirov, Kazan e Penza hanno temporaneamente sospeso le operazioni, dimostrando come gli attacchi ucraini stiano influenzando la vita civile russa ben oltre le zone di combattimento.