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Al figlio di Alain Delon non piace il testamento del padre, Alain-Fabien apre la guerra tra gli eredi: «Quando l’ha scritto non era libero»

02 Settembre 2025 - 20:32 Valentina Romagnoli
alain delon eredità
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La questione verrà risolta in tribunale a marzo 2026. L'attore nel 2022 aveva scritto le sue ultime volontà in cui affidava alla figlia Anouchka l'intero diritto morale sulla propria opera

Un anno dopo la scomparsa di Alain Delon, la leggenda del cinema francese continua a far parlare di sé, ma questa volta non per un film o un premio: la famiglia è nuovamente al centro dell’attenzione per una disputa legale sull’eredità dell’attore. Alain-Fabien Delon, il figlio più giovane dell’attore, ha infatti avviato una causa civile contro i fratelli Anthony e Anouchka per chiedere l’annullamento di un testamento del 2022, che assegna a quest’ultima l’intero diritto morale sull’opera del padre. Secondo Alain-Fabien, Alain Delon, già in condizioni di salute precarie e affetto da problemi cognitivi, non avrebbe avuto «il discernimento sufficiente» per compiere tale scelta, rendendo quindi il testamento non valido. La prima udienza è fissata per il 9 marzo 2026 al tribunale giudiziario di Parigi. Così avrà inizio la nuova battaglia legale all’interno del clan Delon.

Il testamento del 2022 e la donazione contestata

Al centro della controversia c’è l’atto del 24 novembre 2022, che conferisce ad Anouchka Delon l’unica eredità del diritto morale del padre, come emerso dal libro-inchiesta Derniers jours du Samouraï di Laurence Pieau, Francois Vignolle. Alain-Fabien contesta anche una donazione del 22 febbraio 2023 relativa alla società Alain Delon International Distribution, che gestisce i diritti d’autore e i diritti d’immagine dell’attore. La difesa di Alain-Fabien sostiene che, a causa delle condizioni fisiche e psicologiche del padre – aggravate da un ictus nel 2019 e dal successivo deterioramento cognitivo – Alain Delon non fosse in grado di comprendere pienamente le implicazioni di questi atti.

Il testamento originale del 2015

Il primo testamento, redatto nel 2015, prevedeva una ripartizione più equilibrata della fortuna dell’attore, stimata intorno ai 50 milioni di euro: 50% per Anouchka, 25% per Anthony e 25% per Alain-Fabien. L’avvocata di quest’ultimo ha sottolineato che la disputa non riguarda necessariamente questa divisione dei beni materiali, quanto piuttosto le modifiche apportate negli ultimi anni di vita di Alain Delon, che secondo Alain-Fabien rifletterebbero un’influenza esterna e una mancanza di discernimento da parte del padre.

Le condizioni di salute dell’attore: difficoltà cognitive e problemi di memoria

Il documento legale presentato da Alain-Fabien descrive un peggioramento significativo dello stato di salute fisica e mentale dell’attore, con l’istituzione di una tutela legale nel 2024: prima una “sauvegarde de justice” e poi una curatela rafforzata. I medici che hanno seguito Alain Delon a partire dal 2019 hanno evidenziato difficoltà cognitive e problemi di memoria, suggerendo che l’attore dovesse essere rappresentato in tutti gli atti civili. Questo, rafforzerebbe la tesi secondo cui le modifiche al testamento del 2022 e la donazione del 2023 sarebbero state compiute senza piena capacità di discernimento.

Le reazioni dei fratelli: «Alain-Fabien vuole inquinare la memoria di nostro padre»

Anouchka Delon ha reagito con irritazione e stanchezza alle accuse del fratello minore, sostenendo che l’obiettivo della causa sarebbe «solo offuscare la memoria del padre». Anthony Delon, invece, ha scelto di non intervenire attivamente, dichiarandosi «al di sopra della mischia», pur ammettendo di essere rimasto ferito dall’esclusione dal diritto morale del padre. Christophe Ayela, uno dei tre esecutori testamentari, ha dichiarato di voler avviare una mediazione per chiudere la disputa, sottolineando che Alain Delon non avrebbe voluto che i suoi figli si scontrassero pubblicamente sulla questione dell’eredità. L’avvocata di Alain-Fabien, Florence Watrin, ha chiarito che l’obiettivo del figlio minore non è un guadagno economico, ma la ricerca della verità: dimostrare che il padre è stato manipolato e che i due atti più recenti – il testamento del 2022 e la donazione del 2023 – sarebbero stati illegittimi.

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