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Primo giorno di scuola: perché è pericoloso pubblicare online le foto dei propri figli

09 Settembre 2025 - 21:39 Davide Aldrigo
foto bambini primo giorno di scuola online
foto bambini primo giorno di scuola online
La riflessione di Guido Scorza, componente del Garante della Privacy, sulle insidie nascoste nella rete. «Non c’è soddisfazione del nostro orgoglio che valga i rischi di postare i figli online»

All’alba del primo giorno di scuola sono tanti i genitori che si fanno prendere dalla tentazione di immortalare i propri figli all’inizio del nuovo anno scolastico. I bambini pronti per rimettere piede in classe, magari con la cartella nuova e il sorriso stampato sulla faccia, sono un soggetto troppo invitante per non meritarsi qualche scatto da mamme e papà orgogliosi. Accade sempre più spesso poi che quelle foto sia condivise sui social dagli stessi genitori, ignari di esporre potenzialmente i figli ai pericoli che la rete porta con sé. Perciò, in questi giorni di ripresa delle attività scolastiche, Guido Scorza, avvocato e componente del Garante della Privacy, ha pensato di mettere in guardia dai potenziali rischi in cui si potrebbe incappare mettendo in rete le foto dei propri figli.

Postare online le foto dei propri figli: i pericoli fisici e virtuali

Senza voler spaventare nessuno, è bene pensare a quali informazioni si stanno divulgando sulla pubblica piazza di internet. «Foto e video con in primo piano il loro viso e sullo sfondo la targa della scuola che frequentano – commenta Scorza in una lettera aperta su StartupItalia – faranno il giro del mondo e saranno, per sempre, a disposizione di miliardi di persone». Inutile illudersi che tra queste non ci siano dei «mostri, capaci di «presentarsi davanti a scuola dei nostri figli o di intercettarli online per adescarli». Mostri diversi, ma non meno orribili, sono poi quelli «pronti a utilizzare quelle foto per generare, grazie ai nuovi servizi basati sull’intelligenza artificiale, ogni tipo di materiale pedopornografico da distribuire nei mercati internazionali». Uno scenario da brividi, ma ormai reso possibile da strumenti tecnologici alla portata di tutti.

L’invito alla sicurezza: «Meglio mostrare le foto dallo smartphone»

C’è poi il delicato tema dell’identità digitale. È giusto che un bambino arrivi a 18 anni con centinaia, se non migliaia, di sue foto già pubblicate in rete, magari di momenti che lui non è nemmeno in grado di ricordare? L’invito di Scorza è molto chiaro: «Pensiamoci due volte. Magari condividiamo quella foto con amici e parenti attraverso le app di messaggistica o, meglio ancora, mostriamogliela sul nostro smartphone». Perché a detta di chi guarda «il mondo, da un osservatorio privilegiato come quello del Garante per la protezione dei dati personali», conclude Scorza, «non c’è soddisfazione del nostro orgoglio di mamme e papà che valga i rischi ai quali esponiamo i nostri figli sbattendone online le foto del primo giorno di scuola».