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L’Aria che Tira, Odifreddi e Hamas che è «atto di resistenza palestinese». Lo scontro con Parenzo – Il video

08 Ottobre 2025 - 16:21 Stefania Carboni
odifreddi hamas
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Il matematico: «Anche Nelson Mandela era stato accusato di terrorismo. Perché lo si considerava un terrorista? Lui diceva perché siamo arrivati in Sudafrica alla lotta armata. Perché tutte le azioni pacifiche di resistenza civile non hanno mai portato dei frutti»

Hamas «un’espressione dei palestinesi» «perché l’hanno votata». E in sostanza: «Hamas è un’ala estrema della resistenza palestinese contro l’occupazione israeliana. Israele non è uno Stato democratico, ma uno Stato di polizia dove ci sono campi di concentramento». Stanno scatenando un certo dibattito sui social le dichiarazioni del matematico Piergiorgio Odifreddi fatte stamane nel programma L’Aria che Tira, su La7.

«Ma io vi chiedo quando un paese è occupato va fatta una resistenza armata nei confronti di una forza che si considera di occupanti?», insiste il matematico, collegato con il programma su La7.

Hamas e il paragone con Nelson Mandela

Rispondendo a una domanda del conduttore se il 7 ottobre potesse essere considerato un “atto di resistenza” come riportato dallo striscione in testa al corteo pro Gaza di Roma, Odifreddi ha risposto: «Assolutamente sì». «Anche Nelson Mandela era stato accusato di terrorismo, ed è stato condannato all’ergastolo, ha fatto 27 anni ai lavori forzati. Perché lo si considerava un terrorista? Lui diceva perché siamo arrivati in Sudafrica alla lotta armata. Perché tutte le azioni pacifiche di resistenza civile non hanno mai portato dei frutti».

«Le do la possibilità di spiegarlo bene e non mi inca**o»

Il conduttore David Parenzo cerca di stemperare il clima, mentre in studio sale il brusio: «Poi succede come l’altra volta. Quindi le do la possibilità di spiegarlo bene e non mi inca**o. Questo cartello esposto secondo lei è legittimo? Ci sta?». Odifreddi replica: «La stessa domanda dovrei porla a lei. Per esempio era legittimo fare una strage come quella del 7 ottobre, prima della nascita di Israele, quella di Deir Yassin?». E ancora: «Io credo che Hamas possa considerarsi un’ala estrema della resistenza palestinese contro l’occupazione israeliana. No, non mi vergogno perché la resistenza si è sempre fatta in maniera armata».

Il massacro di Deir Yassin

Odifreddi cita il massacro di Deir Yassin «fatto dagli israeliani nei confronti dei palestinesi», mentre in studio il conduttore Parenzo ha precisato che non è proprio come sostiene il matematico, perché avvenne in circostanze diverse, con delle reazioni diverse e sopratutto decenni fa. Il massacro di Deir Yassin fu fatto il 9 aprile 1948, quando circa 120 combattenti sionisti, appartenenti all’Irgun e alla banda Stern, attaccarono il villaggio palestinese di Deir Yassin, nei pressi di Gerusalemme, che al tempo contava circa 600 abitanti. Gli israeliani o meglio i sionisti che presero parte al raid giustificarono l’azione come agevolazione del blocco di Gerusalemme, al tempo sotto scacco delle forze arabo palestinesi nella guerra civile del 1947-48. A Deir Yassin ci fu una lotta casa per casa e morirono un centinaio di civili. I palestinesi sopravvissuti furono espulsi dal villaggio.

Le reazioni, la lettera di Einstein e Arendt

Il massacro suscitò talmente tanta indignazione che in una lettera al New York Times, pubblicata il 4 dicembre 1948, arrivò la condanna da parte Albert Einstein, Hannah Arendt e altri esponenti della comunità ebraica statunitense. Furono bollati come fascisti e nazisti chi ideò e realizzò l’attacco. A partire da Menachem Begin (comandante dell’Irgun) e il suo partito Tnuat Haherut (il Partito della Libertà). La distanza che si creò con la comunità ebraica sparsa nel mondo fu tale che Einstein rifiutò la proposta di David Ben Gurion di diventare Presidente dello Stato di Israele. Anche se il fisico quando declinò ammise che non si sentiva qualificato per il ruolo e inoltre perché avendo «una comprensione limitata del mondo naturale e fisico, il suo desiderio più ardente era quello di poterlo contemplare, senza interruzioni».

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