Accordi Israele-Hamas: Israele pubblica la lista dei detenuti da rilasciare, assente Barghouti. Tel Aviv dà l’ok per l’ingresso di aiuti da domenica – La diretta


Dopo il via libera al cessate il fuoco da parte del governo israeliano, nella Striscia di Gaza è scattata la tregua. Tuttavia, nelle prime ore di questa mattina, venerdì 10 ottobre, Al Jazeera ha riportato di alcuni attacchi sul territorio Palestinese, nonostante il cessate il fuoco. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha promesso la liberazione degli ostaggi entro lunedì o martedì della prossima settimana. Il tycoon ha infatti definito l’intesa «un primo passo verso una pace duratura». Intanto, continuano i festeggiamenti in strada nella Striscia e in Israele. La prima fase dell’intesa ratificata a Sharm el-Sheik prevede entro le 72 ore successive la liberazione dei 20 ostaggi vivi in cambio di 1.950 prigionieri palestinesi, tra cui però non ci sarà il politico palestinese Marwan Barghouti.
Da Israele ok all'Onu per aiuti a Gaza da domenica
Israele ha dato il via libera alle autorità delle Nazioni Unite per iniziare a consegnare aiuti a Gaza a partire da domenica. Lo riferisce l’Ap online citando un funzionario Onu. Gli aiuti – scrive Ap – includeranno le 170.000 tonnellate che sono già state posizionate in Paesi vicini come Giordania ed Egitto, mentre i funzionari umanitari attendevano il permesso delle forze israeliane per riprendere le loro attività. Negli ultimi mesi, l’Onu e i suoi partner umanitari sono stati in grado di consegnare solo il 20% degli aiuti necessari per affrontare la grave situazione nella Striscia di Gaza, secondo il responsabile umanitario Onu Tom Fletcher.
Parolin: «Critiche a Israele? Il mio un contributo per la pace»
«L’intervista voleva manifestare la presenza e la partecipazione della Santa Sede per quanto avvenuto il 7 ottobre e voleva essere un invito alla pace. Non credo ci sia equivalenza morale tra l’una e l’altra situazione. Dove c’è violenza c’è sempre da condannare. Si voleva esprimere il desiderio di mettere fine a questa violenza e di avviare un percorso di riconciliazione». Queste le parole del segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, tornando sulla sua intervista sul 7 Ottobre e Gaza criticata da Israele. «Ora – aggiunge – si tratta di realizzare l’accordo, la parte più difficile perché il diavolo sta nei dettagli».
Cnn: Trump in Israele lunedì
Donald Trump sarà lunedì in Israele. Lo riporta la Cnn che cita fonti della sicurezza israeliana.
Alcuni miliziani di Hamas dispiegati in alcune aree della zona
Alcuni miliziani appartenenti all’apparato di sicurezza interna di Hamas hanno iniziato a dispiegarsi in alcune aree della Striscia di Gaza dopo l’entrata in vigore, oggi alle 12 ora locale (11 ora italiana), del cessate il fuoco con Israele. Lo riferisce il Centro informazioni palestinese, sito web che riporta le dichiarazioni ufficiali di Hamas, con alcune immagini in cui si vedono miliziani armati in uniforme. Secondo quanto riportato dal quotidiano “The Times of Israel”, si tratta della prima volta, dal precedente cessate il fuoco che si vedono uomini di Hamas in pubblico
Ministero Gaza, 17 morti e 71 feriti nelle ultime 24 ore
Secondo il ministero della Salute di Gaza, almeno 17 palestinesi sono stati uccisi e 71 feriti negli attacchi israeliani a Gaza nelle ultime 24 ore. Il bilancio totale delle vittime è salito a 67.211 dal 7 ottobre 2023, ha affermato il ministero.
Israele scarcera decine di terroristi, ma non Barghouti
Nella prima fase dell’intesa, in cambio della liberazione di 20 ostaggi vivi Israele rilascerà 250 terroristi con lunghe condanne, riporterà a Gaza 1.700 detenuti arrestati dopo il 7 ottobre – di cui 22 minorenni non coinvolti nel massacro – e trasferirà nella Striscia i corpi di 360 terroristi. La pubblicazione dell’elenco, sottolineano i media – è stata ritardata a causa di disaccordi su alcuni nomi. I ministri hanno approvato modifiche e undici nomi sono stati aggiunti all’ultimo momento. Tra i detenuti condannati all’ergastolo ritenuti simboli del terrore, Israele non rilascerà Marwan e Abdallah Barghouti, Abbas al-Sayyid e Ahmad Sa’adat. I corpi di Yahya e Mohammad Sinwar non saranno restituiti, e i membri della Nukhba di Hamas coinvolti nel massacro del 7 ottobre non saranno liberati. Non è incluso nemmeno Hakim Awad, l’assassino della famiglia Fogel nel 2011, condannato a cinque ergastoli, né Mahmoud Atallah, coinvolto nel caso delle guardie carcerarie sfruttate sessualmente. Inoltre, non ci saranno rilasci verso la Cisgiordania: solo verso la Striscia di Gaza o espulsioni all’estero: sono già in corso negoziati con diversi Stati, secondo le stime, Turchia e Qatar accoglieranno la maggior parte dei detenuti scarcerati. Tra i terroristi inseriti nella lista all’ultimo momento compaiono: Mohammad Abu Tbaikh, della Jihad islamica di Jenin, responsabile di uno degli attacchi più sanguinosi della seconda Intifada: l’attentato suicida all’incrocio di Megiddo del 5 giugno 2002, in cui furono uccise 17 persone e 43 rimasero ferite; Ibrahim Alikam, coinvolto nell’omicidio di Ita Tzur e del figlio dodicenne Efraim nel dicembre 1996 vicino a Beit El; Maher al-Hashlamon, terrorista della Jihad di Hebron, responsabile dell’attentato con coltello del novembre 2014 ad Alon Shvut, in cui fu assassinata Dalia Lamkus e due persone rimasero ferite; Hussein Rawadra, che nel novembre 2013 accoltellò a morte il soldato Eden Atias, 19 anni, alla stazione centrale di Afula; Ayyham Kamamji, di un villaggio vicino a Jenin, condannato a due ergastoli per il rapimento e l’uccisione di Eliyahu Asheri a Ramallah, nel 2021 fu tra i sei evasi dal carcere di Gilboa; Riyad al-Amour, condannato per la morte di nove israeliani, tra cui l’ufficiale Yehuda Edri, e di tre palestinesi sospettati di collaborare con Israele; Rami Mohammad Mahmoud, responsabile dell’uccisione della poliziotta Galit Arviv, 21 anni, in un attacco nel quartiere Neve Ya’akov a Gerusalemme durante la seconda Intifada; Tariq Adnan, assassino di Aharon Avdian, ucciso nel 2001 mentre faceva la spesa. – Gli assassini dei ragazzi Ronen Carmi e Lior Touboul, rapiti a Gerusalemme e accoltellati a morte nel 1993.
Mercoledì informativa di Tajani a Camere su accordo Gaza
Mercoledì a Montecitorio si terrà alle 9 l’informativa del ministro Tajani sugli accordi di pace in Medio Oriente. Lo fa sapere la Camera. Alle 11 il ministro sarà al Senato.
Netanyahu: «se il piano non sarà raggiunto, ci sarà una guerra»
«Stiamo stringendo Hamas da ogni lato in vista delle prossime fasi del piano, che prevede il suo disarmo completo e la smilitarizzazione di Gaza. Se ciò sarà raggiunto in modo pacifico, tanto meglio. Se no, sarà raggiunto con la forza». Ha affermato il premier israeliano Benyamin Netanyahu in una dichiarazione ai media.
Netanyahu: «Oggi celebriamo un grande risultato»
«Oggi celebriamo uno dei risultati più grandi della nostra guerra per la rinascita: il ritorno di tutti i nostri ostaggi – vivi e morti – a casa. Questo è stato un obiettivo centrale che abbiamo perseguito con determinazione lungo tutto il percorso. Abbiamo fatto una promessa e l’abbiamo mantenuta. Vi ricordo che, all’inizio della guerra, c’erano coloro che dicevano ‘dobbiamo abituarci all’idea che non riusciremo a riavere nemmeno un ostaggio vivo’. Io la pensavo diversamente e ho agito diversamente». Lo ha detto Benyamin Netanyahu in una dichiarazione ai media.
Netanyahu: «L'accordo era impossibile prima, lo impediva Hamas»
«A tutti quelli che sostengono che questo accordo si poteva raggiungere prima dico che non è vero: Hamas non ha mai acconsentito a liberare tutti gli ostaggi con l’Idf così ancora profondamente dentro la Striscia». Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in una dichiarazione ai media in ebraico. I giornalisti non potranno porre domande.
Netanyahu: «Hamas sarà senza armi e senza potere a Gaza»
«Abbiamo privato Hamas di tutte le sue carte, Hamas a Gaza sarà senza armi e senza potere». Lo dice il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu in una dichiarazione in diretta televisiva.
Netanyahu: «Riportare a casa tutti gli ostaggi è un dovere morale, non mi arrenderò»
«Non mi arrenderò su nessuno» degli ostaggi, «nei prossimi giorni torneranno tutti a casa», perché «l’ho promesso alle famiglie» ed «è un obbligo e un dovere morale per noi». Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
אנחנו בעיצומה של התפתחות מכריעה. בשנתיים האחרונות נלחמנו כדי להשיג את מטרות המלחמה שלנו, ואחת המטרות המרכזיות היא השבת החטופים – כולם, החיים והמתים.
ואנחנו עומדים לעשות את זה. לא היינו יכולים להגיע לכך ללא הסיוע יוצא הדופן של הנשיא טראמפ וצוותו – סטיב וויטקוף וג׳ארד קושנר. הם… pic.twitter.com/m7puzY7Tti
— Benjamin Netanyahu – בנימין נתניהו (@netanyahu) October 10, 2025
Tornano a casa 7 italiani dalla seconda Flotilla
L’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv conferma che sono stati rilasciati i sette cittadini italiani della Freedom Flotilla detenuti a Ketziot che ieri avevano firmato la dichiarazione di consenso al rimpatrio. I connazionali sono stati trasferiti questa mattina all’aeroporto di Ramon, a 20 chilometri da Eilat, e da lì sono decollati a bordo di un volo della Turkish Airlines diretto ad Istanbul, dove l’atterraggio è previsto alle 14.34 ora di Istanbul (13.34 italiane).
Idf, completato il ritiro delle truppe secondo il piano
Secondo la dichiarazione del portavoce dell’esercito, «l’accordo è entrato in vigore, alle 12 ora locale (11 in Italia) le forze dell’Idf si sono posizionate nelle ultime linee di schieramento, in conformità con le linee guida dell’accordo di cessate il fuoco e con il ritorno dei rapiti. Le forze dell’Idf del Comando Meridionale sono dispiegate nell’area e continueranno a operare per eliminare qualsiasi minaccia immediata».
Crosetto: «riprende la missione italiana al valico di Rafah»
«Riprendono le attività italiane nell’ambito della missione Eubam , cui partecipa personale dei Carabinieri, per la riapertura del valico di Rafah». Lo ha disposto il ministro della Difesa Crosetto dopo essersi sentito e confrontato con la presidente del Consiglio Meloni e con il Ministro Tajani. «Il valico di Rafah, in data 14.10.2025 nel rispetto dell’accordo Trump, in coordinamento fra Unione Europea e le parti, verrà aperto alternativamente su due direzioni in uscita verso l’Egitto ed in entrata verso Gaza– dichiara Crosetto – Domenica 12 ottobre inizieranno le operazioni di rilascio degli ostaggi israeliani ed il rilascio di prigionieri palestinesi».
Media, iniziato il rientro degli sfollati a Khan Younis
E’ iniziato a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza il rientro dei residenti palestinesi nelle aree dalle quali si stanno ritirando le forze israeliane. A riferirne sono media locali citati dal Times of Israel. Non si tratta al momento di chi dal sud della Striscia vuole tornare al nord, dove sono ancora presenti le truppe israeliane, ma di sfollati che nelle ultime ore si sono messi in movimento per raggiungere Khan Younis dalla zona ad est della città dove erano stati costretti a riparare.
Gran Bretagna, in monitoraggio tregua non previste truppe nostre e Ue
Non è prevista la presenza di truppe britanniche o europee a Gaza dopo l’accordo di cessate il fuoco: lo ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico Yvette Cooper, come riportano i media inglese. «Non è nei nostri piani, non abbiamo intenzione di farlo», ha dichiarato a BBC Breakfast. «Ma c’è una proposta immediata – ha affermato – affinché gli Usa guidino quello che è effettivamente un processo di monitoraggio per assicurarsi che ciò avvenga sul campo. Ma hanno anche chiarito che si aspettano che le truppe sul campo siano fornite dagli stati vicini, e questo è qualcosa che ci aspettiamo che accada».
Idf prevede di completare il ritiro da Gaza entro mezzogiorno
L’Idf prevede di completare il ritiro delle truppe verso le linee di schieramento concordate a Gaza, come parte dell’accordo con Hamas, a mezzogiorno. Lo scrive il Times of Israel. Entro 72 ore dal completamento del ritiro da parte dell’Idf, Hamas è pronta a rilasciare i 48 ostaggi in suo possesso, a partire dai 20 che si ritiene siano ancora vivi.
Israele avvia ritiro truppe da Gaza con copertura di raid
Durante la notte e questa mattina, le Idf hanno iniziato a ritirare le truppe nella Striscia di Gaza secondo le linee di schieramento concordate, come parte dell’accordo con Hamas. Alcune forze sono state completamente ritirate da Gaza, mentre altre rimarranno nelle posizioni lungo le linee di schieramento. Lo riporta il Times of Israel. Il ritiro avvenne sotto la copertura di bombardamenti di artiglieria e attacchi aerei in alcune zone. Si prevede che l’Idf completerà il ritiro entro stasera, entro 24 ore dalla ratifica ufficiale dell’accordo con Hamas da parte del governo israeliano.
Media, Trump in Israele lunedì mattina, massima allerta
Israele è in stato di massima allerta sicurezza in vista dell’arrivo del presidente degli Stati Uniti. Al momento il programma provvisorio della sua visita – rivelato dai media – prevede che Donald Trump dovrebbe atterrare all’aeroporto Ben Gurion alle 9,20 di lunedì mattina dove ci sarà l’accoglienza, come stima la Knesset. Ossia prima dell’inizio della festività ebraica di Simchat Torah. Dopo il suo discorso al Parlamento israeliano, si prevede che il presidente concluda la sua breve visita e rientri, senza ulteriori incontri o cerimonie speciali.
Media: «segnalati ancora attacchi e colpi di artiglieria a Gaza»
Attacchi militari israeliani sono stati segnalati a Gaza, aerei a Khan Younis e con elicotteri a Gaza City, nelle ore successive alla ratifica da parte del governo israeliano della prima fase dell’accordo e dell’entrata in vigore del cessate il fuoco con Hamas. Lo riferiscono Al Jazeera e l’agenzia palestinese Wafa. Elicotteri hanno preso di mira un sito a est di Gaza City, dove sono stati segnalati anche colpi di artiglieria. Poco prima c’erano state segnalazioni di attacchi aerei nell’area meridionale di Khan Younis, a Gaza. La protezione civile di Gaza, ricorda Al Jazeera, aveva avvertito la popolazione di tenersi lontana dalle zone di confine di Gaza City fino all’annuncio ufficiale dell’inizio del ritiro delle forze israeliane.
Media: «soldato Idf ucciso da cecchino Hamas dopo firma accordo»
Un soldato riservista dell’Idf è stato ucciso ieri pomeriggio in un attacco di cecchini di Hamas nella città di Gaza, secondo quanto annunciato dall’esercito. Lo rende noto il Times of Israel. L’attacco del cecchino è avvenuto dopo che i negoziatori israeliani e di Hamas avevano firmato un accordo in Egitto per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti dal gruppo terroristico a Gaza. Il cessate il fuoco previsto dall’accordo non era ancora entrato in vigore quando è stato sferrato l’attacco.
Dopo ratifica governo Israele, scatta la tregua a Gaza
Con l’approvazione dell’accordo da parte del governo israeliano, è entrato subito in vigore il cessate il fuoco a Gaza. Così come prevede il documento siglato in Egitto giovedì mattina e ratificato a mezzanotte e mezzo (ora italiana) dall’esecutivo di Gerusalemme. L’Idf si ritirerà fino alla Linea Gialla indicata nelle mappe dell’accordo entro le prossime 24 ore, al termine delle quali Hamas dovrà rilasciare tutti gli ostaggi vivi entro 72 ore.