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Perù, destituita la presidente Dina Boluarte: il Parlamento approva l’impeachment con 118 voti

10 Ottobre 2025 - 11:28 Alba Romano
dina boluarte
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Schiaffo politico alla prima donna presidente del Paese, accusata di «incapacità morale permanente» e di non aver gestito la crisi di sicurezza e corruzione. Il leader del Congresso ha assunto la presidenza ad interim

Il Parlamento del Perù ha votato nella notte tra giovedì 9 e venerdì 10 ottobre la destituzione della presidente Dina Boluarte, approvando con 118 voti favorevoli su 122 la mozione di impeachment per «incapacità morale permanente». È la fine del mandato iniziato meno di tre anni fa, nel dicembre 2022, quando Boluarte era salita al potere dopo la caduta di Pedro Castillo. Il voto è arrivato al termine di una sessione parlamentare ad alta tensione, convocata d’urgenza e proseguita fino a tarda notte. La presidente, 63 anni, non si è presentata in aula né ha inviato un rappresentante legale per esercitare il suo diritto di difesa. «La decisione sarà comunicata immediatamente alla presidenza della Repubblica», aveva annunciato poco prima del voto il capo del Congresso José Jerí, che in base alla Costituzione ha poi assunto la guida dello Stato.

Le accuse nei confronti di Boluarte

Il procedimento di impeachment è stato avviato quando un gruppo trasversale di deputati ha presentato quattro mozioni per chiedere la rimozione della presidente. Alla base delle accuse, due elementi principali: le denunce di corruzione, tra cui il cosiddetto “Rolexgate” – che ha travolto Dina Boluarte dopo la scoperta che indossava costosi orologi Rolex di provenienza non dichiarata, sollevando sospetti di corruzione e doni illeciti – e la gestione fallimentare della sicurezza interna, aggravata da un’ondata di violenze e dall’attentato contro la band Agua Marina a Chorrillos, durante un concerto nella serata di mercoledì 8 ottobre. Negli ultimi giorni, i principali partiti — da Fuerza Popular di Keiko Fujimori ad Alianza para el ProgresoAvanza País e Acción Popular — avevano annunciato la propria adesione alla mozione, superando di gran lunga la soglia degli 87 voti necessari per la rimozione.

Una presidenza fragile sin dall’inizio

Dina Boluarte è diventata la prima donna presidente del Perù dopo la destituzione di Pedro Castillo, di cui era vice, nel dicembre 2022. Da allora, il suo governo è stato segnato da proteste violente e da un consenso in costante calo. Secondo i sondaggi, meno del 15% dei cittadini ne approvava l’operato. Il rapporto con il Parlamento, da cui dipendeva la sua sopravvivenza politica, si era progressivamente deteriorato, fino alla frattura definitiva di questi giorni. Boluarte aveva cercato di resistere, puntando su un discorso di “unità nazionale” e chiedendo tempo per le riforme, ma è rimasta isolata.

Jerí alla guida del governo di transizione

Poche ore dopo il voto, José Jerí, presidente del Congresso, ha prestato giuramento come capo dello Stato ad interim, in base alla successione costituzionale. Nel suo primo discorso ha promesso di «guidare un governo di transizione» e ha invitato «tutte le forze politiche e sociali a costruire un consenso per superare la crisi». Jerí ha sottolineato il carattere «temporaneo ed eccezionale» del suo mandato, assicurando che lavorerà per ristabilire la stabilità istituzionale e convocare elezioni anticipate, anche se non ha indicato una data precisa.

Sei presidenti in sei anni

La destituzione di Boluarte rappresenta l’ennesimo capitolo dell‘instabilità politica del Perù, che negli ultimi sei anni ha visto alternarsi sei presidenti. La combinazione di scandali di corruzione, crisi economica e violenze diffuse avrebbe eroso la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. A Lima e in altre città si sono registrate manifestazioni spontanee: alcune a sostegno della presidente uscente, altre per chiedere elezioni immediate.

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