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Non è Trump. Il premio Nobel per la pace 2025 va alla venezuelana Maria Corina Machado

10 Ottobre 2025 - 11:12 Stefania Carboni
nobel pace 2025 maria corina machado
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Leader dell'opposizione nel suo paese, spiega l'Accademia, «è una paladina della pace». E perfino l segretario di Stato Usa Marco Rubio elogiò le sue doti

Il premio Nobel per la pace 2025 è andato alla leader dell’opposizione venezuelana Maria Corina Machado. Lo ha annunciato il comitato dei Nobel. Machado «è una paladina della pace».

«Figura chiave e unificante in un’opposizione politica»

«Il premio Nobel per la pace per il 2025 va a una coraggiosa e impegnata paladina della pace, a una donna che mantiene viva la fiamma della democrazia in mezzo a un’oscurità crescente», si legge nelle motivazioni ufficiali. «Come leader del movimento democratico in Venezuela, Maria Corina Machado è uno dei più straordinari esempi di coraggio civile in America Latina negli ultimi tempi», si legge ancora. «La signora Machado è stata una figura chiave e unificante in un’opposizione politica che un tempo era profondamente divisa – un’opposizione che ha trovato un terreno comune nella richiesta di elezioni libere e di governo rappresentativo», ha ricordato il comitato di Oslo.

Machado a Caracas, Venezuela, 09 gennaio 2025. EPA/RONALD PENA R.

Chi è Maria Corina Machado: la lady di ferro del Venezuela

Viene chiamata anche la “Lady di ferro” del Venezuela. Sul Time il segretario di Stato Usa Marco Rubio l’ha definita come l’incarnazione di «resilienza, tenacia e patriottismo», piazzandola questo anno tra le 100 persone più influenti del mondo. «Non scoraggiata da formidabili sfide, Maria Corina non si è mai tirata indietro dalla sua missione che è quella di combattere per un Venezuela libero, onesto, e democratico», ha dichiarato Rubio. Lei, che ha sempre voluto «lasciare ai suoi figli, Ana Corina, Ricardo, Henrique, e ai figli del Venezuela un Paese libero da tirannia». Con il motto «hasta el final» (fino alla fine).

Machado e quelle elezioni presidenziali negate

Ingegnera, politica e attivista venezuelana classe 1967, è fondatrice dell’associazione civile Sumate ed è ritenuta espressione di quella parte della popolazione venezuelana che si oppone al governo Maduro, accusato di una deriva un regime autoritario e di aver falsificato i voti dell’ultima elezione presidenziale, quando sarebbe emersa la vittoria dello sfidante Edmundo Gonzalez Urrutia. Gonzalez Urrutia per quelle presidenziali corse in una piattaforma politica condivisa con la Mochado. «Machado – spiegano dall’Accademia del Nobel – era la candidata alle presidenziali del 2024, ma il regime ha bloccato la sua candidatura, e quindi Machado ha dovuto sostenere il leader di un altro partito, Edmundo Gonzalez Urrutia. Allora, centinaia di migliaia di volontari si sono mobilitati e sono stati formati come osservatori del voto, per assicurare elezioni trasparenti e giuste, e per questo sono andati incontro ad abusi, arresti e torture».

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