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La Francia abbandona l’Eurodrone: «Costi e ritardi eccessivi»

18 Ottobre 2025 - 08:36 Ugo Milano
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Il Ministero delle Forze Armate conferma la decisione di lasciare il programma congiunto con Germania, Italia e Spagna. Critiche alla complessità tecnica e ai costi fuori controllo. Airbus, Dassault e Leonardo ora devono ridefinire il futuro del drone europeo

La Francia si sfila dal programma Eurodrone. Dopo mesi di esitazioni e verifiche interne, Parigi ha comunicato ai suoi partner europei – Germania, Italia e Spagna – l’intenzione di ritirarsi dal progetto di sviluppo del grande drone da ricognizione e sorveglianza. L’iniziativa prevedeva l’investimento di circa 7 miliardi di euro. Era stata pensata per ridurre la dipendenza dell’Europa dai modelli americani. Le autorità avrebbero preso questa scelta, secondo fonti del Ministero delle Forze Armate francese, alla luce di ritardi accumulati, sforamenti di bilancio e nuovi tagli alla spesa nazionale per la difesa. Sarebbe una questione di priorità e di efficienza nella gestione delle risorse, come hanno fatto sapere ambienti vicini al dicastero. A pesare sulla scelta, non solo il contesto economico interno ma anche le crescenti critiche tecniche. Il Senato francese, già nei mesi scorsi, aveva sottolineato come l’Eurodrone risultasse troppo pesante e costoso. Il suo peso operativo era doppio rispetto all’americano MQ-9 Reaper, oggi in uso anche alle stesse forze armate francesi. Una caratteristica che, secondo molti analisti, ne comprometteva efficienza e competitività.

Le critiche a un progetto troppo ambizioso

Il progetto è guidato da Airbus Defence and Space con Dassault Aviation e l’italiana Leonardo. Le sue ambizioni – un drone di nuova generazione capace di volare in condizioni meteo complesse e di operare in missioni di lunga durata – si sono scontrate con i limiti di un coordinamento industriale a più voci e con l’inevitabile burocrazia europea. Parigi ha quindi scelto di concentrare le proprie risorse su programmi considerati più strategici o maturi. Per esempio, quelli relativi alla modernizzazione della deterrenza nucleare e al futuro caccia europeo FCAS (Future Combat Air System). L’annuncio ufficiale non c’è ancora stato da parte del nuovo ministro delle Forze Armate. Tuttavia, la decisione – fanno sapere fonti governative – sarebbe già stata trasmessa ai partner.

Cos’è l’Eurodrone

L’Eurodrone – o European MALE RPAS (Medium Altitude Long Endurance Remotely Piloted Aircraft System) – è un progetto congiunto avviato nel 2015 da Germania, Francia, Italia e Spagna. L’obiettivo è sviluppare un drone europeo di classe MALE, cioè capace di volare ad altitudini medie per missioni di lunga durata. L’iniziativa punta a garantire autonomia strategica all’Europa, in un settore in cui a farla da padroni sono Stati Uniti, Israele e Cina. Con un costo complessivo stimato in 7,1 miliardi di euro, le autorità hanno affidato il programma ad Airbus Defence and Space come capocommessa. Ad affiancarla, Dassault Aviation e Leonardo nel ruolo di partner industriali.

Il drone europeo che avrebbe sostituito Gli MQ-9 americani

Il drone avrebbe dovuto entrare in servizio entro la fine del decennio e sostituire progressivamente i MQ-9 Reaper americani attualmente utilizzati in Europa. Il velivolo, lungo oltre 16 metri con un’apertura alare di 26, doveva essere in grado di volare fino a 24 ore consecutive. Per di più, avrebbe trasportato sensori ottici, radar e sistemi di comunicazione per missioni di sorveglianza, intelligence e – in versione armata – attacco di precisione. Tuttavia, fin dalle fasi iniziali, il programma ha incontrato problemi di progettazione, disaccordi sui costi e continui rinvii nella definizione del contratto finale.

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