Torino, scoperto distretto di sigarette illegali: «Prodotti 35 milioni di pacchetti contraffatti, lavoratori ridotti in schiavitù» – Il video
Cinque fabbriche vere e proprie e due magazzini, sequestrati da carabinieri e guardia di finanza a nord di Torino e nei comuni di Caselle Torinese e Venaria Reale. Servivano a produrre ciascuna circa 48mila sigarette al giorno, usando tabacco lavorato fuori dall’Ue. I militari hanno arrestato 8 persone, accusate anche di riduzione in schiavitù e sfruttamento del lavoro. I lavoratori delle fabbriche di contrabbando erano tenuti rinchiusi nei capannoni, costretti a turni massacranti senza alcuna tutela. Gli arrestati sono di origine ucraina, romena e moldava, e sfruttavano altri connazionali est europei come operai. Neanche un mese fa era stata scoperta a Cassino la più grande fabbrica illlegale di sigarette in Italia.
Le fabbriche camuffate
Vetri oscurati, luce artificiale e generatori diesel per non far registrare consumi sospetti. Così, secondo quanto scoperto dalla procura di Torino nell’operazione chain smoking, i capi del traffico illegale cercavano di mascherare la loro attività. Dentro i capannoni erano attivi macchinari all’avanguardia in grado di sfornare migliaia di sigarette all’ora, che poi venivano stoccate in particolari teche prima di essere imballate. Anche i pacchetti venivano falsificati riproducendo le grafiche dei marchi più noti. I capannoni erano mascherati da aziende anonime all’interno di zone industriali.
I numeri dell’operazione
All’interno delle strutture c’erano oltre 230 tonnellate di tabacco e circa 22 tonnellate di sigarette già pronte per essere vendute. Una prima stima del totale immesso sul mercato illegale si aggirerebbe intorno ai 35 milioni di pacchetti, corrispondenti a 700 tonnellate di prodotto. Un quantitativo che può aver fruttato agli organizzatori guadagni stimati in non meno di 175 milioni di euro insieme ad accise sui tabacchi evase per circa 112 milioni e IVA per 28 milioni.