Nel paese di Lucio Battisti c’è chi non vuole intitolargli una strada, la petizione a Molteno

A Molteno, in provincia di Lecco, c’è una strada che dalla stazione va verso la frazione di Coroldo, girando intorno a una piccola collina, il “dosso”. Quella oggi è via Aldo Moro, ma potrebbe presto chiamarsi via Lucio Battisti, dal nome di un suo illustre residente, quel cantautore originario della provincia di Rieti che negli anni Settanta scelse di trasferirsi in un angolo riservato della Brianza lecchese, vicino al suo amico e collega Mogol, che già ci abitava. A Molteno Battisti visse per venticinque anni, fino alla sua morte nel 1998, e in ragione di una permanenza così lunga il comune brianzolo ha proposto di intitolargli una via. L’iniziativa, però, non è piaciuta a tutti: una petizione di 117 firme si è opposta alla proposta.
Il contenzioso con gli eredi di Battisti
Il sindaco Giuseppe Chiarella non ha mai dubitato del progetto dell’intitolazione, che non è solo un omaggio a Battisti, ma «serve anche a chiudere un periodo tormentato con gli eredi Battisti». Il riferimento è al festival musicale Un’avventura, le emozioni che il comune aveva dedicato al cantautore e che attirava ogni anno nel paese grandi nomi della musica italiana, come Franco Battiato e l’Equipe 84. Gli organizzatori della manifestazione erano stati portati in tribunale da Grazia Letizia Veronese, vedova dell’artista, ma il contenzioso si era concluso con un risarcimento di circa 50 mila euro a favore dell’amministrazione comunale. Veronese aveva quindi disposto il trasferimento della salma del marito dal cimitero di Molteno in uno più vicino alla sua residenza, dove pochi giorni dopo l’aveva fatta cremare per poi conservare privatamente le ceneri.
I firmatari della petizione
Pur a fronte di questi precedenti, il sindaco ha fatto sapere che la vedova non si è opposta all’idea di rinominare un tratto di via Aldo Moro in memoria di Battisti. La contrarietà arriva da altre persone. «Chi si oppone sostiene che il cambio sarà costoso e complicato, ma non è così. Sarà gratuito e semplice», assicura il sindaco. Però sottolinea che fra i firmatari, «44 su 117 non sono neanche residenti a Molteno». Questi dal canto loro sostengono che «sarebbe stato quantomeno opportuno un incontro preliminare nel quale avvisare i residenti, e forse l’intera popolazione, considerando che questa decisione è avvenuta nel totale silenzio. Le rassicurazioni sul generico supporto che gli uffici comunali daranno ai residenti non bastano: non c’è alcun riferimento alle spese che si dovranno sostenere per la nuova denominazione».
La posizione di Mogol
Il sindaco sentirà le ragioni del no, ma prosegue convinto che l’intitolazione sia un «omaggio dovuto». In paese i sentimenti si mescolano. «Siamo qui dal 1990 – spiega Christian Broch, presidente della Cooperativa sociale Accoglienza e Lavoro, situata proprio nella via contesa -. Battisti e Mogol sono stati a lungo i nostri vicini di casa. Col primo non abbiamo mai avuto rapporti, Giulio Rapetti invece ci ha aiutato molto. Abbiamo firmato la petizione perché un cambio di intitolazione della via comporterebbe molti disagi. Non solo: Aldo Moro è un simbolo per noi. “La persona prima di tutto”, la sua frase, è parte fondante del nostro agire». Proprio Mogol però commenta: «Non comprendo la polemica: è giusto gli venga intitolata una strada, i suoi meriti come musicista e interprete sono immensi».
