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Cresce la Tari in tutta Italia nel 2025: dove si paga di più e cosa incide sulla tassa di gestione dei rifiuti

25 Novembre 2025 - 23:42 Ugo Milano
tari tassa rifiuti
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L'aumento dell'aliquota colpisce oltre 90 capoluoghi. Ma il valore finale cambia molto da una città all'altra

La Tari non è uguale per tutti. Il Rapporto 2025 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, riportato oggi su Repubblica, svela che la tassa sui rifiuti in Italia è molto variabile e mostra significative differenze da una regione all’altra. In generale la gestione dei rifiuti è più cara al Sud, dove la spesa media annua si attesta a 385 euro, contro i 290 euro del Nord e i 364 euro del Centro. Ma il dato in base al quale si stila la classifica è quello sui singoli capoluoghi e vede in testa Catania, dove i residenti arrivano a pagare in media fino a 602 euro, più del triplo di quanto pagato a Cremona, Udine e Trento, le meno care. In generale, nel 2025 la spesa media per famiglia per il servizio di gestione dei rifiuti urbani – calcolata su un ipotetico nucleo di tre persone residenti in un’abitazione di 100 metri quadrati – è pari a 340 euro all’anno, in aumento del 3,3% rispetto al 2024, quando era di 329 euro. 

Come si calcola la Tari

A fronte di una quota base fissa nella quale rientrano le misure di perequazione per circa 7,60 euro, sono numerosi i fattori che incidono sul calcolo dell’aliquota. Tra questi si possono ricordare l’efficienza gestionale e la dimensione d’ambito, il livello e la qualità della raccolta differenziata (il costo diminuisce al migliorare della qualità), l’adozione della Tarip, che premia comportamenti virtuosi dei singoli consumatori, la densità abitativa e le condizioni territoriali, che incidono su costi logistici e operativi. Sotto questo profilo è molto esplicativa la distribuzione degli impianti, che in Italia sono più di 400 tra compostaggio e digestione anaerobica, ma concentrati al Nord. La carenza strutturale del Mezzogiorno quindi genera costi aggiuntivi, impone trasporti lunghi e riduce le possibilità di recupero. Tutto questo si ripercuote sulle bollette.

I capoluoghi che pagano la Tari più alta

L’aumento della Tari è stato un fenomeno generalizzato, che ha colpito oltre novanta capoluoghi in tutta Italia. Le variazioni più marcate si registrano a Reggio Emilia (+15,1%), Ferrara (+13,8%) e Siena (+12,9%), mentre tra le poche città con una tassa sui rifiuti in calo si osservano Modena (–12,3%), Cagliari (–7,6%) e Milano (–7,5%). Come detto, Catania è il capoluogo con la Tari più alta (602 euro), seguita da Pisa (557 euro), Genova (509 euro), Napoli (496 euro), Andria (491 euro), Reggio Calabria (484 euro), Brindisi e Pistoia (473 euro). La nota positiva è la crescita della raccolta differenziata in modo diffuso in tutto il Paese. Nel 2023 il dato si è attestato al 66,6% dei rifiuti prodotti (era il 65,2% nel 2022), un valore medio tra il 73% del Nord e il 59% del Mezzogiorno.

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