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Perché l’avvocato Angelucci ha lasciato la difesa della famiglia nel bosco

27 Novembre 2025 - 06:04 Alessandro D’Amato
famiglia nel bosco bambini nel bosco avvocato angelucci
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La verità del legale dopo le "ingerenze esterne": «Hanno respinto tutte le offerte di aiuto». Tra cui due case gratis e i lavori di ristrutturazione senza soldi

«Ci sono state ingerenze esterne. Si è incrinata la fiducia alla base del rapporto professionale che lega avvocato e cliente». Questa è la spiegazione ufficiale data dall’avvocato Giovanni Angelucci, che ha lasciato la difesa della famiglia del bosco. Si tratta del quarto legale cambiato da Nathan Trevallion e Catherine Birmingham negli ultimi sei mesi. Ma quali sono le ingerenze esterne? In realtà quello che dice l’avvocato oggi nell’intervista a Repubblica è diverso. Il legale parla di «divergenze di vedute» all’inizio. Ma poi sbotta: «Hanno respinto tutte le offerte di aiuto». Forse perché hanno già deciso di tornare in Australia non appena riavranno i bambini.

La famiglia nel bosco e l’avvocato Angelucci

«Sono sfinito. Ho bisogno solo di riposare, dopo settimane frenetiche», dice all’inizio il legale. Che poi spiega cosa è successo il 25 novembre: «Avrei dovuto incontrare Nathan, il padre, nuovamente nel pomeriggio. Era previsto il sopralluogo in un’abitazione distante pochi chilometri dalla loro. L’aveva messa a disposizione, a titolo gratuito, un imprenditore della ristorazione di Ortona, originario di Palmoli. Un bed and breakfast nel bosco, una vecchia casa contadina in pietra, ristrutturata. Tre camere, soggiorno, cucina, porticato, garage. Sì, gratis». Ma Trevallion «non si è presentato». In quella casa la famiglia poteva stare durante la ristrutturazione della casa nel bosco comprata dalla «ragazza degli husky».

L’altra casa rifiutata

Non solo. «A questa soluzione si aggiungeva a quella proposta dal sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli. Aveva offerto, anche in questo caso gratuitamente, una casa vicino al paese. Visto che la precedente l’avevano abbandonata perché rumorosa e senza vista sull’alba, il Comune ne ha recuperata una seconda a due chilometri dal centro. Un piano, 70 metri quadrati, ampio terreno. Questa, rifatta venti giorni fa. C’era l’energia elettrica, ma prodotta dai pannelli fotovoltaici. Neppure l’ha guardata», precisa ancora l’avvocato.

Mentre la ristrutturazione (gratuita) non è partita: «Per il loro amato rustico era pronta anche la soluzione di un imprenditore pescarese: avrebbe potuto appoggiare moduli abitativi all’avanguardia in giardino. Nathan, e direi anche sua moglie Catherine, che è sempre alloggiata nella struttura che ospita i bambini, ci hanno ripensato. Il padre avrebbe dovuto darmi la firma per procedere con il deposito al genio civile del progetto di ristrutturazione straordinaria, ma alla fine ha detto che i lavori sarebbero stati invasivi. La società San Salvo Appalti era disposta a eseguirli a sue spese: respinti».

Retromarcia su tutto

I due hanno anche rifiutato l’aiuto degli esperti: «Avevo preso appuntamento con una psicologa infantile specializzata in psicoterapia cognitivo-comportamentale. Le sue diagnosi sarebbero servite ai coniugi come supporto tecnico-scientifico per il futuro giudizio del Tribunale dei minori. No anche su questo fronte». Angelucci spiega che «questi passaggi, logistici e tecnici, erano e sono imprescindibili ai fini della predisposizione del ricorso, in scadenza sabato prossimo. E il tempo a disposizione non permetteva indugi né ripensamenti. Sì, a malincuore ho ritenuto necessario rinunciare al mandato difensivo. Non potevo impostare una difesa monca, che, peraltro, avevo concordato».

L’altra fuga

Intanto è emerso che già in passato Trevallion e Birmingham si erano opposti all’intervento dei servizi sociali. Lei era fuggita a Bologna con i figli lo scorso anno, senza lasciare tracce, rendendosi irreperibile per un paio di mesi, per paura che le portassero via i figli, mentre lui dalla casa nel bosco la copriva. Sull’ordinanza di allontanamento decisa dal Tribunale dei Minori dell’Aquila è intervenuto al question time della Camera il ministro della Giustizia Carlo Nordio, sottolineando di essere pronto ad esercitare i poteri che gli sono stati conferiti dalla legge «laddove dovessero emergere profili di rilievo disciplinare».

Come finirà

Nel frattempo attesa e silenzio avvolgono la casa famiglia dove, ormai da quasi una settimana, sono ospitati i tre figli minori e la mamma, che deve però seguire le indicazioni della magistratura. Nella struttura vige il massimo riserbo per tutelare non solo i minori, ma anche gli altri ospiti della casa da media e giornalisti. «I piccoli stanno bene, sono sereni in buone condizioni di salute e, nonostante si trovino in una situazione per loro completamente nuova, affrontano questo passaggio con equilibrio», ha dichiarato la Garante regionale per l’infanzia Alessandra De Febis.