Cosa cambia con la legge spazzacorrotti

di OPEN

In breve: prescrizione sospesa dopo la sentenza di primo grado, agenti sotto copertura e il “daspo” per i corrotti

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il disegno di legge Anticorruzione, approvato in via definitiva alla Camera il 18 dicembre scorso. Si tratta del cosiddetto “spazzacorrotti”, fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle, meno dalla Lega. Il provvedimento ha causato più di un grattacapo ai due partiti al Governo: a novembre la maggioranza era stata battuta alla Camera durante un voto segreto su un emendamento che, se approvato, avrebbe depotenziato il reato di peculato, favorendo alcuni esponenti della Lega attualmente sotto processo.


La sospensione della prescrizione

Almeno 36 deputati della maggioranza – con molta probabilità leghisti – avevano votato a favore dell’emendamento insieme a parte dell’opposizione, condannando il Governo alla prima sconfitta della legislatura. Dopo quell’incidente il testo è passato al Senato, dove è stato cambiato, votato e spedito nuovamente alla Camera per l’approvazione definitiva. Ecco le novità più importanti e discusse. La sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sia in caso di condanna che di assoluzione. La norma dovrebbe entrare in vigore il primo gennaio 2020. Secondo il Movimento 5 Stelle serve a evitare che i processi siano dichiarati prescritti prima che si arrivi a una condanna definitiva; per molti giuristi e avvocati penalisti allungherà ulteriormente i tempi del processo (già mediamente lunghi in Italia) e lederà il diritto degli imputati a essere giudicati in tempi ragionevoli.


L’agente sotto copertura e il Daspo per i corrotti

La legge estende la figura dell’agente sotto copertura anche ai casi di corruzione. Per raccogliere le prove gli agenti potranno commettere reati come la concussione e l’istigazione alla corruzione senza essere puniti. L’immunità vale soltanto nel caso in cui siano già stati accertati degli illeciti: si potrà “offrire” una tangente soltanto se si ha la certezza che l’indagato ne abbia già incassata una. Il Daspo per i corrotti: chi viene condannato per corruzione a più di due anni di carcere non potrà più lavorare per la pubblica amministratori; per le pene più lievi si passa da un’interdizione minima di 5 anni ad una massima di 10. Il divieto riguarda tutti: pubblici ufficiali, privati, società e associazioni.

Il “pentito delle mazzette”

Il “pentito delle mazzette”: chi compie il reato di corruzione, ma si autodenuncia, potrà evitare la pena, a patto che fornisca indicazioni utili alle indagini e che restituisca la somma ricevuta entro sei mesi dalla commissione del reato e prima di essere indagato. La legge, infine, impone di rinunciare all’anonimato a chiunque faccia donazioni ai partiti superiori ai 500 euro. Il donatore dovrà essere inserito in una dichiarazione patrimoniale presentata agli Uffici di Presidenza della Camera o del Senato.

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