Roberto Formigoni chiede i domiciliari. Ok del procuratore: «Ha più di 70 anni»

Secondo gli avvocati dell’ex governatore della Lombardia, condannato per corruzione, la legge spazzacorrotti non è retroattiva e non può essere applicata ai casi avvenuti prima della sua approvazione

Molto dimagrito e con addosso maglietta bianca e jeans chiari: così l’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni si è presentato davanti ai giudici del Tribunale di sorveglianza di Milano. Al momento sta scontando una condanna definitiva a 5 anni e 10 mesi di reclusione per corruzione nel carcere di Bollate, vicino a Milano. Una pena arrivata dopo il processo per il caso Maugeri-San Raffaele.


Il parere del pg e la legge “spazzacorrotti”

Adesso il suo obiettivo è solo uno: chiedere la detenzione domiciliare. Il sostituto procuratore generale di Milano Nicola Balice ha già dato parere favorevole visto che Formigoni ha più di 70 anni. La notizia è stata riferita dall’agenzia stampa Ansa. Gli avvocati dell’ex Governatore hanno sostenuto che la legge spazzacorrotti, che ha imposto una stretta misure alternative al carcere per i condannati per corruzione, non possa essere applicata ai casi avvenuti prima della sua approvazione. La Corte d’Appello di Milano, lo scorso marzo, aveva respinto la richiesta di scontare la pena ai domiciliari, spiegando che l’ordine di carcerazione era stato eseguito correttamente.


La vita in carcere di Formigoni

«Non hanno inquinato né il mio cuore né il mio cervello» ha detto Roberto Formigoni alla rivista Tempi a cui ha inviato le sue parole. In questi mesi l’ex governatore della Lombardia avrebbe ricevuto oltre 2mila tra lettere, mail e messaggi che gli hanno riempito le giornate trascorse dietro le sbarre.

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