Dopo 5 mesi in carcere, Formigoni va ai domiciliari: le motivazioni dei giudici

Dopo l’ok del procuratore generale Nicola Balice, è arrivato anche quello del Tribunale di Sorveglianza di Milano

Dopo cinque mesi esatti Roberto Formigoni lascia il carcere di Bollate, a Milano L’ex governatore della Lombardia, che si era costituito il 22 febbraio scorso dopo una condanna definitiva per corruzione a 5 anni e 10 mesi per il caso Maugeri, finirà di scontare la pena a casa. A dare la notizia è stata la rivista Tempi, vicina a Comunione e Liberazione. Il tribunale di Sorveglianza di Milano ha accolto la richiesta presentata la scorsa settimana dagli avvocati di Formigoni a cui aveva dato l’ok anche il procuratore generale Nicola Balice.


La mossa degli avvocati

Gli avvocati di Formigoni hanno presentato l’istanza sulla base del fatto che Formigoni ha più di 70 anni (72 per la precisione) e sulla convinzione la legge spazzacorrotti, che ha ridotto considerevolmente il ricorso alle misure alternative al carcere per i condannati per corruzione, non possa essere applicata ai casi precedenti la sua approvazione. In un primo momento, la Procura generale di Milano ha respinto la richiesta. La svolta è arrivata quando Formigoni si è presentato davanti al Tribunale di Sorveglianza per presentare una nuova richiesta. L’ex governatore – come spiega l’Agi – ha accettato la condanna (passaggio, quest’ultimo, fondamentale) e ha chiesto di scontare la pena alternativa facendo volontariato in un convento di suore. Dopo questa mossa, il pg ha dato l’ok spianando la strada ai domiciliari.


Il tribunale: «Formigoni ha riconosciuto i suoi sbagli»

Secondo il tribunale di Sorveglianza, inoltre, Formigoni ha cominciato un «percorso di resipiscenza» che lo ha portato a riconoscere il «disvalore delle sue condotte poste in essere». L’ex governatore – si legge sempre nelle motivazioni – ha compreso «gli sbagli, i comportamenti superficiali come le vacanze in barca». Il carcere ha sollecitato in lui un notevole sforzo di adattamento, consolidato da elementi tra cui la fede». In carcere Formigoni ha sempre tenuto «un basso profilo […] che non dà spazio» all’ipotesi di pericolo di fuga.

Leggi anche: