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Che cos’è il caso Maugeri per cui è stato condannato Roberto Formigoni?

22 Febbraio 2019 - 15:39 OPEN
L'ex governatore della Regione Lombardia è stato condannato a 5 anni e 10 mesi di carcere per corruzione. Alla sanità pubblica sono stati sottratti circa 60 milioni di euro

La mattina del 22 febbraio, Roberto Formigoni, si è costitutito al carcere di Bollate, Milano. L’ex governatore della regione Lombardia è stato condannato in via definitiva per corruzione a 5 anni e 10 mesi di prigione, venti mesi in meno rispetto alla condanna ottenuta in appello: lo “sconto” è dovuto al fatto che una parte dei reati contestati è andata in prescrizione.

Cos’è il caso Maugeri

Secondo la procura di Milano, negli anni in cui Formigoni è stato presidente della Regione Lombardia ha ottenuto tangenti in cambio di una serie di concessioni alla Fondazione Maugeri, una delle punte di diamante della sanità in Lombardia, specializzata in terapie riabilitative, e all’ospedale San Raffaele di Milano. Secondo i giudici Formigoni ha favorito i due enti con una serie di delibere approvate dalla Regione, ricevendo in cambio soldi in contanti, vacanze gratis in Sudamerica, Patagonia, Brasile, l’uso di tre yacht, una villa in Sardegna.

In Cassazione la pena relativa ai fatti che riguardano il san Raffaele è stata cancellata perché i reati contestati sono andati in prescrizione. Concentriamoci quindi sul caso Maugeri: secondo i giudici, la Maugeri ha ricevuto per diversi anni un quantitativo di rimborsi superiore a quello che le sarebbe spettato. Un parte di questi è stata poi girata a Formigoni come ricompensa per gli stanziamenti ricevuti. I fondi che i magistrati considerano «sottratti alla sanità pubblica» ammontano, tra Maugeri e San Raffaele, a poco più di 60 milioni di euro.

I personaggi

Per i giudici, questo giro di tangenti è stato facilitato dal fatto che Roberto Formigoni, l’ex assessore alla sanità Antonio Simone e un uomo chiave della Maugeri, Simone Daccò, erano uniti dalla militanza in Comunione e Liberazione, un movimento cattolico molto radicato in Lombardia e, in particolare, nel settore della sanità. Nelle aule del tribunale, Formigoni in passato ha dichiarato che i pagamenti e i beni di lusso che aveva ricevuto non erano in cambio di favori inappropriati, ma in segno di amicizia. Ecco tutti i personaggi coinvolti nella vicenda:

  • Roberto Formigoni è stato presidente della Regione Lombardia dal 1995 al 2013, per ben quattro volte. Prima di diventare presidente della Regione, «il Celeste» era già stato deputato, sia in Italia che in Europa, dove aveva anche occupato la carica di vicepresidente del Parlamento europeo. Senatore del Pdl, Formigoni è cresciuto politicamente nei movimenti cattolici ed è stato anche portavoce di Comunione e Liberazione;
  • Pierangelo Daccò, imprenditore e amico di Roberto Formigoni, per anni è stato «consulente» della Società Maugeri e degli ospedali Fatebenefratelli e San Raffaele. È stato condannato in via definitiva a 9 anni di carcere per il crac del San Raffaele, per il caso Maugeri ha patteggiato nel processo d’appello 2 anni e sette mesi;
  • Antonio Simone ex assessore della regione Lombarda, amico intimo di Daccò: per il caso Maugeri ha patteggiato tre anni e 8 mesi. Come Formigoni, anche Antonio Simone è un ex «ciellino» (di Comunione e Liberazione).

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