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Ma davvero l’agguato di San Siro era imprevedibile? No

29 Dicembre 2018 - 19:32 Enrico Mentana

C’è qualcosa che non quadra nelle ricostruzioni sui gravi fatti di San Siro, che hanno portato alla morte di un tifoso nella battaglia violenta tra opposte tifoserie armate. Il primo a parlare ufficialmente dell’agguato all’esterno dello stadio è stato il questore di Milano, Cardona, la mattina del 27. Lo ha fatto con toni inusuali per la loro durezza: “È stataun’azione squadristica avvenuta in modo ignobile e assolutamente non preventivabile. Chiederò la chiusura della curva interista per 5 turni, e lo stop delle trasferte fino alla fine del campionato”. Perché il questore ha mostrato il pugno di ferro (peraltro senza poi influire sulle sanzioni del giudice sportivo), scansando al contempo ogni responsabilità?

 

Davvero l’azione combinata degli ultras di Inter, Varese e Nizza era “assolutamente non preventivabile”? Non pare proprio: tutti conoscevano i rischi derivanti dalla rivalità accesa tra i tifosi violenti nerazzurri e napoletani, tutti sapevano che gli ultras in arrivo con i van dalla Campania andavano protetti, tanto che erano stati raccolti all’uscita dell’autostrada e scortati con una pattuglia fino alla zona di San Siro.

 

E non doveva essere impossibile venire a conoscenza del vero e proprio “appuntamento” che i due gruppi rivali si erano dati. Ma anche non fosse stato così, il commando guidato dagli ultras interisti è sicuramente partito dal ritrovo ufficiale dei tifosi organizzati a San Siro, il Baretto, per incrociare il convoglio (scortato dalla polizia!) in arrivo dall’autostrada a soli 300 metri di distanza, lungo la principale strada di accesso allo stadio, due ore soltanto prima della partita. Tutti, ultras partiti dal Baretto o a bordo dei van, erano armati di coltelli, mazze e asce; gli assalitori anche di petardi e lacrimogeni, per stanare gli “ospiti”.

 

Come si fa a dire che un simile scenario era assolutamente non preventivabile, e quindi inevitabile? Ultras ben conosciuti, pericolosi, già colpiti da Daspo, armati, a due passi dallo stadio poco prima della partita: col senno di poi, caro questore, ci sarebbe da dire il contrario, “assolutamente preventivabile”, e chiedersi se la prevenzione fosse adeguata e il contrasto tempestivo. Pare purtroppo di no.

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