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Coperta per più di 60 anni la pedofilia di Marcial Maciel, le nuove dichiarazioni della Congregazione

02 Gennaio 2019 - 08:36 Redazione
Il prefetto João Braz de Aviz ha riconosciuto che la sede pontificia era consapevole della colpevolezza del padre fondatore dei Legionari di Cristo

La Congregazione per gli istituti di vita consacrata, uno dei nove dicasteri della Curia romana, ha riconosciuto che il Vaticano era in possesso dal 1943 di documenti probatori sulla pederastia di Marcial Maciel (1920-2008), il fondatore dei Legionari di Cristo. Il prefetto João Braz de Aviz, a capo della Congregazione dal 2011, ha dichiarato alla rivista spagnola Vida Nueva che “chi lo ha coperto era una mafia, non rappresentava la Chiesa”. “Ho l’impressione che le accuse di abuso cresceranno”, ha continuato de Aviz, “ci siamo nascosti per tutti questi anni anni ed è stato un errore enorme”.

La congregazione religiosa “Legionariorum Christi”, è un istituto religioso maschile fondato da Marcial Maciel Degollado nel 1941, a Città del Messico. Già nel 2006, il quotidiano spagnolo El Paìs aveva riportato che Marciel si era trovato sotto osservazione investigativa dall’ottobre del 1956 al febbraio del 1959, per volontà del cardinale Alfredo Ottaviani. Durante quel periodo, Maciel fu sospeso dal suo ruolo di generale superiore e allontanato da Roma, senza però reali conseguenze sul lungo periodo.

Nello stesso anno, il 2006, il Vaticano riconobbe la colpevolezza di Maciel a seguito di un’indagine autorizzata anni prima dall’allora cardinale Ratzinger. Il processo canonico gli fu risparmiato per “età avanzata e salute cagionevole”, ma Benedetto XVI lo condannò comunque a “una vita riservata di preghiera e penitenza“. Come si apprende dalle ultime scoperte sul caso, la sede pontificia era in possesso delle prove di colpevolezza del fondatore dei Legionari già da più di 60 anni.

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