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È morto Fernando Aiuti

09 Gennaio 2019 - 14:43 OPEN
La procura di Roma ha aperto un'inchiesta sul decesso: non esclusa l'ipotesi di un suicidio

È morto il professor Fernando Aiuti, l’immunologo che si è battuto contro l’emarginazione dei malati di Hiv. La notizia del decesso, avvenuto la mattina del 9 gennaio al policlinico Gemelli di Roma, è accompagnata dall’annuncio dell’apertura di un’inchiesta della procura. Non si esclude infatti l’ipotesi di un suicidio. La pm Laura Condemi sarebbe andata a fare un sopralluogo all’ospedale dove è mancato questa mattina il medico 83enne. Il Policlinico ha infatti reso noto che la morte “È sopravvenuta per le complicanze immediate di un trauma da caduta dalla rampa delle scale adiacente il reparto di degenza.”

Aiuti era il fondatore e presidente onorario dell’Anlaids (Associazione Nazionale per la lotta contro l’Aids). Una foto iconica, scattata nel 1991, ritrae Aiuti mentre bacia sulla bocca la sieropositiva Rosaria Iardino. Il medico voleva infatti mandare un messaggio forte contro il pregiudizio che il virus dell’HIV si potesse trasmettere per via orale.

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Il 29 novembre scorso Aiuti aveva segnalato che, anche se in Italia i contagi sono in calo, non bisogna abbassare la guardia. I nuovi casi di infezione da HIV sono circa 3.500 all’anno e quelli di AIDS circa 690, secondo l’Istituto Superiore di Sanità. “Perché il governo non investe più nella formazione e nell’informazione?” ha chiesto Aiuti il 29 novembre scorso durante un’intervista con la Società Scientifica SIMIDET, di cui il professore presiedeva il Comitato Scientifico. Aiuti era lui stesso implicato in politica, eletto come capolista del Pdl in Campidoglio nel 2008.

“Oggi si tende a non parlare più di Aids e di malattie sessualmente trasmissibili, ma il problema è ancora presente e anzi assistiamo in tutta Europa ad una sua recrudescenza” ha affermato l’ex deputato e presidente onorario di Arcigay, Franco Grillini, ricordando la figura di Fernando Aiuti. “C’è un abbassamento della guardia e non c’è educazione sessuale nelle scuole, anzi c’è uno scontro che non permette di fare informazione. È una questione che colpisce i giovanissimi che pensano che tutto sia risolto. Viene meno una figura simbolo proprio quando se ne avrebbe più bisogno per combattere una grandissima ignoranza e i tanti tabù.”

Secondo il Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità, le persone che hanno scoperto di essere positive all’Hiv nel 2017 sono per il 76,2% maschi. L’incidenza più alta è stata osservata nella fascia d’età 25-29 anni, e i rapporti sessuali non protetti sono stati identificati come la causa principale.

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