Naufragio nel Mar Egeo, muore una bambina di 4 anni

Il corpo è stato recuperato dalla Guardia costiera turca al largo della costa del Paese. Intanto da Strasburgo il commissario per le migrazioni Dimitris Avramopoulos avverte l’Europa: «Basta negoziati sulla pelle dei migranti»

La Guardia costiera turca ha recuperato il corpo di una bambina di quattro anni al largo della costa del Paese. Altre 46 persone sono state tratte in salvo all’altezza del distretto di Kusadasi, nella Turchia sudoccidentale. I migranti, tra cui donne e bambini, sarebbero perlopiù di origine irachena. Secondo i media turchi non è chiaro quante persone fossero a bordo del gommone affondato; la Guardia costiera sta continuando le operazioni di ricerca e salvataggio.    


Un naufragio che arriva proprio nel giorno in cui il commissario Ue per le migrazioni Dimitris Avramopoulos torna a parlare del tema immigrazione, dopo l'incontro con i vicepremier Matteo Salvini e Giuseppe Conte che ha definito «costruttivo», spiegando che è arrivato il momento di creare un meccanismo di solidarietà europeo. «L’Unione europea non può negoziare sulla testa di persone in mare», ha detto Avramopoulos. Sul caso Sea Watch e Sea Eye il commissario ha ringraziato Malta per «la solidarietà mostrata», bacchettando gli altri, Italia compresa: «Non prendiamoci in giro: 49 persone in mare per tre settimane non rappresentano l’Unione europea. È ancora più vergognoso pensare che sia successo sotto Natale».


Le dichiarazioni di Avramopoulos vogliono segnare un cambiamento nelle strategie di accoglienza: un passaggio dalle responsabilità individuali del singolo paese a un sistema di azione collettivo. La spinta a velocizzare i negoziati è cruciale, non solo per la salute dell'Unione europea, ma per motivi umanitari. Sebbene siano diminuiti gli sbarchi, i morti in mare e i dispersi aumentano.