Il voto in Sardegna, l’Abruzzo e le Europee. La guida di Open alle elezioni del 2019

Il 20 gennaio si comincia con il voto a Cagliari e in sette comuni dell’hinterland per sostituire Andrea Mura. A fine maggio andranno a votare oltre la metà dei comuni italiani

Domenica 4 marzo 2018, il giorno che ha cambiato gli equilibri politici in Italia. La Lega diventa il partito con più voti del centro destra, il Movimento 5 Stelle è la prima formazione politica d’Italia. Si apre l’inedita alleanza Salvini-Di Maio. Il 2019 potrebbe non riservare sorprese altrettanto grandi ma sarà comunque un anno pieno di votazioni, a partire dalla Sardegna. Noi di Open abbiamo raccolto tutto in un calendario, dalle elezioni suppletive in Sardegna di oggi, 20 gennaio, fino alle comunali di giugno.


Sardegna, elezioni suppletive per sostituire il velista del M5S

Il voto in Sardegna, l'Abruzzo e le Europee. La guida di Open alle elezioni del 2019 foto 2


Andrea Mura

Urne aperte a Cagliari e in altri sette comuni dell’hinterland per eleggere il sostituito dell’ex deputato Andrea Mura. Secondo la piattaforma Openpolis, il suo tasso di assenza alla Camera sarebbe stato del 97,64%. Lo skippereletto con il Movimento 5 Stelle, non è stato certo una presenza costante in Parlamento. A luglio scoppia la polemica. Il deputato di Forza Italia Ugo Cappellacci, già governatore della Sardegna, lo accusa di assenteismo.

I vertici pentastellati hanno pochi dubbi. Lo espellono. Mura prima passa al gruppo misto e poi si dimette ufficialmente. Si difende dicendo che fin dall’inizio era stato deciso che lui sarebbe stato più tempo in barca che in Parlamento per sensibilizzare il pubblico sulla difesa degli oceani. Il suo posto dovrà essere assegnato con elezioni suppletive. Il 20 gennaio 240mila cittadini si trovano a votare nel collegio di Cagliari. Quattro candidati: Daniela Noli per il centodestra, Luca Caschili con il Movimento 5 Stelle, Andrea Frailis per il centrosinistra e Enrico Balletto, Casapound.

Abruzzo, le prime regionali dell’anno

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Luciano D’Alfonso

Nel 2019 saranno sei le regioni che andranno alle urne. Tutte sono guidate dal centrosinistra che si dovrà preparare a un anno pieno di test da affrontare. La prima regione in cui è previsto il voto è l’Abruzzo. Fino al 9 agosto il presidente della Regione è stato Luciano D’Alfonso, quota Pd. Il 4 marzo 2018 viene eletto al Senato, si dimette dal suo incarico e sceglie di trasferirsi a Palazzo Madama. Anche qui quattro candidati: Giovanni Legnini per il centrosinistra, Marco Marsilio con il centrodestra, Sara Marcozzi per il Movimento 5 Stelle e Stafano Flajani di Casapound.

Sardegna, elezioni a otto candidati

Alle regionali del 24 febbraio ci saranno otto candidati. Oltre a quelli che rappresentano le forze politiche diffuse a livello nazionale, ci sono tutti quelli legati all’identità dell’isola. L’elenco completo prevede Francesco Desogus del Movimento 5 Stelle, Christian Solinas per il centrodestra e Massimo Zedda per il centrosinistra. Con le formazioni locali si presentano: Vindice Lecis di Sinistra Sarda, Paolo Maninchedda del Partito dei Sardi, Andrea Murgia con Autodeterminazione e Mauro Pili di Sardi Liberi.

Le altre regionali, senza date ufficiali

Al momento Abruzzo e Sardegna sono le uniche amministrazioni che hanno ufficializzato la data delle elezioni. Tutte le altre non hanno ancora definito un giorno preciso. In Basilicata si vota a fine marzo, in Piemonte a maggio, forse lo stesso giorno delle elezioni europee, in Calabria e Emilia Romagna a novembre.

Elezioni europee, il banco di prova per il Governo

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Matteo Renzi dopo la vittoria alle europee

Nel 2014 il Pd aveva ottenuto un risultato eccezionale: oltre il 40% dei voti, mai così tanti nella storia del Partito. Era il momento d’oro di Matteo Renzi, da due mesi presidente del Consiglio. Sembrava l’inizio i un periodo dorato invece in due anni si è arrivati alla disfatta del referendum costituzionale del 4 dicembre. La linea del governo viene battuta, Renzi si dimette e lascia il Paese nelle mani di Paolo Gentiloni.

È difficile che il Pd replichi un risultato del genere. Chi invece potrebbe fare il pieno di voti è la Lega di Matteo Salvini. Il 4 marzo la Lega era al 17,4% oggi nei sondaggi sfiora il 30%. Potrebbe essere la prima possibilità per il partito fondato da Umberto Bossi di incassare tutto il consenso maturato in questi mesi di governo. Sarà interessante vedere anche il risultato del Movimento 5 Stelle, che parte da un 32% del voto del 4 marzo.

Comunali: Firenze, Perugia e Bari

fQuasi la metà dei comuni d’Italia andrà al voto per rinnovare i loro sindaci. In totale sono 3860. Le elezioni saranno accorpate al voto europeo, per questo si terranno il 26 maggio con turno di ballottaggio previsto per il 9 giugno. Sono cinque i capoluoghi di regione interessati: Firenze, Perugia, Potenza, Campobasso e Bari.

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