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Incidente sul lavoro nello stabilimento Ansaldo Energia a Genova: muore un operaio di 42 anni

21 Gennaio 2019 - 13:22 Charlotte Matteini
Secondo alcuni testimoni è stato travolto da un pezzo di ferro caduto da una gru. Lascia due figli di 6 e 11 anni, orfani anche di madre, mancata pochi mesi fa

Nella mattinata di lunedì 21 gennaio, un operaio è morto sul lavoro nello stabilimento Ansaldo Energia a Genova. Si chiamava Eros Cinti, lavorava per la ditta appaltatrice Geko, e aveva 42 anni. Sarebbe stato travolto da un pezzo di ferro – presumibilmente una cassa – caduto dalla gru che stava movimentando. Lascia due figli di 6 e 11 anni, orfani anche di madre, morta qualche mese fa.

La dinamica dell’incidente ancora non è stata accertata. Secondo quanto testimoniato da alcuni colleghi presenti al momento della tragedia, pare che Cinti sia stato colpito da un pezzo del carico che stava movimentando, caduto da una gru forse a causa del forte vento. L’area al momento risulta posta sotto sequestro e i sindacati hanno dichiarato 8 ore di sciopero.

«Sono appena stato sul luogo dell’incidente e sono davvero sconvolto, mi sento mortificato, una cosa terribile. Un altro ragazzo è morto sul lavoro, un uomo di 42 anni che lascia due figli piccoli orfani. Un dramma nel dramma, la moglie è mancata pochi mesi fa e questi bambini ora sono rimasti soli e hanno bisogno di qualcuno che li assista e che li cresca», ha spiegato a Open Alessandro Vella, segretario della Fim Cisl Liguria, tra i primi ad arrivare sul luogo dell’incidente. 

«La dinamica al momento non è ancora nota, ma quel che si sa è che l’incidente sarebbe accaduto durante le fasi di movimentazione e l’operaio sarebbe rimasto schiacciato in maniera mortale. Un dramma veramente assurdo. Sicuramente sulla sicurezza non bisogna abbassare la guardia e la cultura della sicurezza sul lavoro va insegnata attraverso azioni che peraltro già vengono messe in atto, ma bisogna fare di più e non solo quando ci ricordiamo del tema a causa dell’ennesimo incidente mortale sul lavoro. I morti dall’inizio dell’anno sono stati 21 e bisognerebbe azzerare questo dato, arrivare al rischio zero. Ovviamente possono accadere fatalità, distrazione oppure che le procedure non vengano eseguite correttamente. Quello di Eros Cinti però sicuramente era un incidente che poteva essere evitato», conclude Vella.

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