Migranti in strada e lavoratori a rischio: chiude il centro per richiedenti asilo alle porte di Roma

Il ministero dell’Interno ha dato tre giorni di preavviso. Il sindaco di Castelnuovo: «Gli ospiti finiranno direttamente per strada, perché per loro non è più prevista alcuna assistenza»

«Erano dispiaciuti. Per noi è straziante non sapere dire loro quale sarà il loro futuro». Il sindaco di Castelnuovo di Porto Riccardo Travaglini spiega cosa succederà ai titolari di diritti umanitari: «Finiranno direttamente per strada, perché per loro non è più prevista alcuna assistenza. Tre di loro oggi sono già andati alla stazione Termini. Se non trovano alternative, cercheranno riparo lì. Sono gli effetti del decreto sicurezza». «Siamo dispiaciuti e preoccupati. Chiediamo che non vengano trattati come bestiame».


Questo l’appello del parroco messicano José Manuel Torres che, con la marcia pacifica, esprime solidarietà agli stranieri. «Non sappiamo dove andranno a finire almeno 200 persone. Il comune stava dando un segnale forte di accoglienza e integrazione che contrasta con l’idea generale di cacciare i migranti». E poi conclude: «Ci preoccupano molto gli effetti del decreto sicurezza su coloro che hanno i permessi umanitari in scadenza. Dove andranno?».


Il Centro è stato aperto dalla Prefettura nel 2008, dal 2014 i servizi sono gestiti dalla cooperativa Auxilium. «La prefettura, su input del ministero dell’Interno, ci ha inviato la comunicazione dei trasferimenti sabato», dichiara Roberto Rotondo di Auxilium. «Al momento vige un contratto in proroga, la nuova gara era stata sospesa perché ci si doveva adeguare alle normative vigenti. Ma né noi né il territorio ci aspettavamo questo epilogo». Il centro «è qui da dieci anni», dice il sindaco di Castelnuovo. «Siamo tutti d’accordo che i Cara vadano superati, ma mi sarei aspettato almeno una telefonata».

«Abbiamo ragazzi del Senegal, del Gambia, della Siria, della Guinea, Bangladesh, Afghanistan, Pakistan, Eritrea, Somalia», racconta ancora Giorgia. «E non abbiamo mai avuto problemi. Qui si faceva vera integrazione, anche se si tratta di prima accoglienza». Il Cara di Castelnuovo di Porto «ha accolto in questi anni anche mille persone. Fino ad oggi ce n’erano circa 550: non siamo in emergenza né in sovraffollamento. Quello che sta accadendo è inusuale», dice Rotondo. E in tutto questo ci sono 120 lavoratori che rischiano così di perdere il lavoro.

Il ministero dell’Interno a Open: «Il 31 gennaio la struttura sarà completamente svuotata»

L’opposizione grida allo scandalo, il senatore Pd Bruno Astorre: «Siamo con i cittadini di Castelnuovo e saremo sempre per i diritti di lavoratori che sono costretti ad assistere e a vivere sulla propria pelle la vittoria dello Stato fascista sui più deboli», dice il senatore Bruno Astorre, segretario del Pd Lazio. Il prefetto di Roma, Paola Basilone, parla della chiusura su La Repubblica: Il dispositivo deciso dal Viminale lascia presagire che quella struttura farà questa fine. Non ci sono molte alternative: quel centro va adeguato oppure chiuso».

Contattata da Open, la prefettura non conferma e non smentisce e rimanda al ministero dell’Interno, che spiega: «Al 31 gennaio la struttura sarà completamente svuotata, operazione resa possibile dal crollo degli sbarchi. I circa 500 migranti attualmente presenti saranno trasferiti altrove. L’operazione era già programmata nell’ambito dello svuotamento dei grandi centri come già fatto per Cona e Bagnoli in Veneto e comporterà risparmi per circa 1 milione all’anno di affitto». Nel tardo pomeriggio si è svolta una manifestazione silenziosa di solidarietà da parte dei cittadini, del vescovo e del parroco.

Matteo Salvini su Facebook: «Deportazione? Balle spaziali»

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha risposto alle critiche con una diretta su Facebook: «Chiudiamo una struttura sovradimensionata. Risparmiamo quei milioni di euro per il contratto di affitto. Li useremo per altri scopi: per gli aiutare gli italiani o gli stranieri in difficoltà». Il leader della Lega ha poi sostenuto che le accuse di deportazione sono delle «balle spaziali». Il deputato Pd Roberto Morassut e la sua collega Rossella Muroni di Leu hanno chiesto a Salvini di riferire alla Camera, per spiegare ai parlamentari cosa è successo a Castelnuovo.