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Sicurezza e porti chiusi: crollano sbarchi e protezione umanitaria

04 Gennaio 2019 - 18:05 OPEN
Tra il 2017 e il 2018 dimezzate le richieste d'asilo, mentre aumentano i rifiuti delle domande di protezione: +21%

Lo slogan dei porti chiusi e l’abolizione della protezione umanitaria prevista dal decreto Sicurezza cominciano a influire sui numeri dell’immigrazione.

Secondo il Ministero dell’Interno tra novembre e dicembre 2018 le richieste d’asilo si sono ridotte del 27%, passando da 3784 a 2753. Il dato che colpisce di più arriva dal confronto fra i numeri del 2018 e quelli del 2017. A dicembre del 2017, le richieste erano state 5309, poco meno del doppio rispetto a quelle attuali.

Gli effetti del decreto sicurezza si vedono soprattutto nei dati che riguardano la protezione umanitaria, una delle tre forme con cui l’Italia inseriva i migranti nei suoi circuiti d’accoglienza (le altre sono l’asilo e la protezione sussidiaria). Il provvedimento voluto da Matteo Salvini ha cancellato i permessi di soggiorno per motivi umanitari, sostituendoli con altri che durano al massimo un anno. E i risultati si vedono: a dicembre del 2017 il ministero dell’Interno aveva accolto il 25% delle richieste di protezione umanitaria, un anno dopo siamo soltanto al 3%.

In totale le domande di protezione (asilo, sussidiaria e umanitaria) rifiutate sono state l’82%, in aumento del 21% rispetto al 2017. La riduzione degli sbarchi e delle richieste d’asilo era cominciata già durante il governo Gentiloni. Convinto che l’immigrazione avrebbe messo a rischio “la tenuta democratica del paese”, il ministro dell’Interno del Partito Democratico, Marco Minniti, firmò a gennaio un accordo col governo libico basato a Tripoli per fermare gli scafisti e ad aprile la legge cosiddetta “Minniti-Orlando”.

Il provvedimento prevedeva l’abolizione del secondo grado di giudizio per i richiedenti asilo che avessero fatto ricorso contro un diniego e l’accelerazione dei rimpatri degli immigrati “irregolari”. Soprattutto grazie all’accordo con il governo di Serraj, nei primi cinque mesi del 2018 si era già registrata una riduzione degli sbarchi dell’80% rispetto allo stesso periodo del 2017.

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