Il Consiglio d’Europa scrive all’Italia: «I vostri politici incitano all’odio»

«Siamo preoccupati per la chiusura dei porti», hanno scritto in un rapporto sugli stati membri dell’assemblea. La Lega: «È scandaloso e inaccettabile»

Il Consiglio d’Europa ha rilasciato il rapporto di monitoraggio sull’Italia, nel quale esprime preoccupazione per «l’aumento dell’incitamento all’odio da parte dei politici, del razzismo e xenofobia nel discorso pubblico, particolarmente nei media e su internet» e per «le recenti iniziative per impedire alle navi di soccorso di attraccare nei porti italiani». La Lega ha risposto a stretto giro: «È scandaloso e inaccettabile che nella risoluzione in discussione al Consiglio d'Europa, sul monitoraggio sull'Italia – dove si scrive che il Governo è formato da un movimento di estrema destra, la Lega, e da uno anti sistema, i Cinque Stelle – si accusi il nostro Paese di una serie di gravi comportamenti razzisti, xenofobi e anti umanitari», scrivono i parlamentari della Lega nella delegazione italiana al Consiglio d'Europa. «Non lo possiamo accettare e a questo punto – continuano – ci domandiamo che senso abbia la presenza della delegazione italiana in questo organismo e che senso abbia lo stesso Consiglio d'Europa».


La delegazione italiana (che non comprende soltanto i leghisti) aveva proposto modifiche per ognuno dei dodici paragrafi del rapporto sull’Italia, ma sono state tutte rifiutate. Se queste modifiche erano state approvate da tutti, al momento del voto sull’intero testo l’armonia è scomparsa: la componente PD ha votato a favore, insieme a un deputato di FI. I restanti membri presenti (appartenenti a Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Fratelli d'Italia e al gruppo misto del Senato) hanno votato contro. Si è astenuto un deputato dei 5 stelle, Francesco Berti; nessun leghista era presente in aula. 


All’Italia, in ogni caso, non sono arrivate soltanto critiche: il Consiglio d'Europa ha apprezzato «la riforma della Rai, che ha lo scopo di migliorarne l'indipendenza, efficienza e sostenibilità» e gli interventi sulla giustizia, «incluso quello sull'estensione della prescrizione». Menzionati come segnali di progresso anche la creazione dell'autorità nazionale anticorruzione e le regole sui lobbisti della Camera dei deputati. 

Il Consiglio d’Europa non va confuso con il Consiglio europeo: il primo è infatti slegato dalle istituzioni dell’Ue. Il Consiglio d’Europa ha ricevuto lo status di osservatore dall’Onu nel 1989, occupandosi di promuovere i diritti umani e la democrazia, cercando soluzioni ai problemi sociali dei 47 stati membri (di cui solo 28 fanno parte anche dell’Unione europea).

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