Giulio Regeni, un ragazzo raccontato dai ragazzi

Tre anni senza Giulio Regeni: a cercare verità e giustizia sono oggi anche le ragazze e i ragazzi delle scuole italiane. Ecco chi è Giulio per loro

«Un ragazzo. Un ragazzo che ha subito un’ingiustizia». Claudia ha 18 anni e frequenta il liceo classico-linguistico Orazio nel quartiere Talenti di Roma. È così che racconta chi è per lei Giulio Regeni. «La sua storia mi ha toccato nel profondo per via della sua giovane età e per come il suo corpo è stato trattato. Per quello che ha dovuto vivere», dice. «Per come i genitori sono venuti a conoscenza di quello che è successo. Mi ha colpito ancora di più perché ho un fratello che ha la sua età».


Tre anni senza Giulio Regeni, tre anni senza verità. A cercare giustizia, in occasione dell’anniversario della scomparsa del giovane ricercatore italiano rapito e torturato in Egitto, sono oggi anche le ragazze e i ragazzi delle scuole italiane.


L'Istituto Superiore Giovanni Falcone di Palazzolo sull'Oglio, in provincia di Brescia e il liceo Orazio di Roma sono tra le molte scuole che hanno partecipato alla foto azione promossa daAmnesty International Italia per chiedere giustizia e verità per Giulio Regeni. Entrambi gli istituti fanno parte delle "Scuole amiche dei diritti umani", una rete internazionale di scuole in cui studenti e docenti si impegnano per far conoscere e rispettare i diritti umani dentro e fuori le mura scolastiche.

Giulio Regeni è «Un ragazzo… come mio fratello, come mio cugino» dice Margherita, 16 anni, dal liceo Classico Orazio di Roma. «È stato privato della sua vita e non si sa per che cosa. Forse perché era troppo intelligente…».

«Mi immedesimo perché anche io voglio fare la ricercatrice da grande», aggiunge la sua compagna Valentina. «Me lo immagino come un ragazzo che studiava molto perché aveva degli ideali ed era consapevole del fatto che solo impegnandosi molto avrebbe potuto cambiare le cose come sta facendo ora. A 28 anni mi piace immaginarlo nello stesso modo: intento a cercare la verità e migliorare il mondo», conclude Sabina.

«È una storia che mi fa molto arrabbiare: voleva solo fare delle ricerche per poter prendere il dottorato», continua Sofia, 17 anni, dell'Istituto Giovanni Falcone di Palazzolo. «Per far sì che la sua morte non sia stata vana dobbiamo pensare a come ogni giorno i diritti umani non vengano rispettati in tutto il mondo», aggiunge il suo compagno di scuola Stefano, 18 anni. Giulio Regeni «è un eroe: ha fatto aprire gli occhi a milioni di persone», conclude Ergys, 19 anni.

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