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Navigator batte influencer: il tutor del reddito di cittadinanza è già il lavoro più desiderato

29 Gennaio 2019 - 15:50 Chiara Piselli
La nuova figura di formatore dei beneficiari del reddito di cittadinanza è già molto richiesta. Dai corsi di formazione (a pagamento) alla girandola delle competenze, tutti i punti interrogativi del nuovo "mestiere"

Sebbene le selezioni non siano cominciate e non ci siano informazioni chiare su requisiti e competenze richieste, il navigator è già tra i lavori più desiderati d’Italia. Una prova arriva da Google: digitando “come si diventa” sul motore di ricerca, la funzione di completamento automatico che suggerisce le ricerche agli utenti mostra subito la parola”navigator”, che batte addirittura influencer. Non è ancora chiaro quale sia il profilo preciso del tutor che dovrà formare i beneficiari del reddito di cittadinanza, né quali siano le mansioni esatte che dovrà svolgere, ma alcuni corsi già promettono di offrire “la cassetta degli attrezzi del navigator“, dunque tutte le competenze per svolgere al meglio il lavoro del tutor dei destinatari della misura cavallo di battaglia del M5s.

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Il reddito di cittadinanza – che da tabella di marcia del governo dovrebbe essere erogato ad aprile – sta dunque offrendo già qualche occasione di business per chi intenda lanciarsi nella formazione dei tutor: migliaia di laureati – che verrano assunti dall’Agenzia nazionale per le politiche attive (Anpal Servizi) con un contratto di collaborazione della durata di due anni – il cui obiettivo sarà, in sostanza, quello di trovare lavoro ai possessori del sussidio. «Assumeremo 10.000 navigator a marzo e aprile – aveva detto il vicepremier Di Maio la settimana scorsa – e l’obiettivo sarà quello di stabilizzarli con un contratto a tempo indeterminato attraverso un concorso».

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Chi ha pensato al business dei corsi di formazione?

Tra i primi ad aver avuto l’idea di formare i tutor-navigator, c’è Leonardo Evangelista, uno psicologo del lavoro che opera a Empoli. Sul suo sito Orientamento.it è descritto il corso di formazione da lui offerto per 120 euro in caso di lezioni frontali (per un totale di 7 ore), o per 280 euro nel caso in cui si volesse fruire della versione a distanza sulla piattaforma online. Prima lezione: Milano, il 9 febbraio.

Intervistato da la Repubblica, Evangelista si dice convinto che in fase di colloquio «potrebbe rivelarsi molto importante aver cominciato a prepararsi in anticipo». Peccato però che il certificato rilasciato dal suo corso di formazione non abbia alcuna valenza, ovvero non sia poi spendibile per il processo di selezione con Anpal. Forse anche Evangelista – che in seconda istanza ha rettificato dicendo che «il corso in questione è solo una giornata informativa sulle opportunità del settore» – è consapevole che i titolo dei suoi corsi di formazione sono quantomeno ingannevoli.

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Orientamento.it|Uno dei nomi dei corsi di formazione offerti dal sito

Intanto, dal M5s tentano di chiarire – per quanto possibile – il ruolo e l’inquadramento della figura del navigator ideata dal professore Domenico Parisi che andrà a dirigere Anpal. Da qui l’opera di condivisione sui profili social dei deputati delle informazioni utili per gli interessati. «Nel giro di qualche giorno – scrive, per esempio, Gabriele Lorenzoni – sarà pubblicata una call sul sito dell’Agenzia nazionale per le politiche attive con un avviso di 15 giorni per le domande». Ed ecco comparire il requisito indispensabile per i futuri tutor-navigator: «una laurea magistrale in economia, giurisprudenza, sociologia, scienze politiche, psicologia o scienze della formazione».

https://www.facebook.com/GabrieleLorenzoniM5S/posts/363426541138639

Perplessità sulla figura dei navigator e sulla loro formazione arrivano da chi è esperto della materia. Paolo Iacci, psicologo del lavoro e docente di Gestione delle Risorse umane alla Statale di Milano, spiega a Open che «la figura dell’orientatore esiste già, così come esistono i master per specializzarsi in questo ramo: complessivamente in tutta Italia ci saranno al massimo 50 persone adeguatamente formate per questo profilo» – commenta Iacci contattato telefonicamente – «mi sembra difficile che riescano a individuarne 6000». E ancora: «I navigator dovrebbero essere figure ibride in grado di mischiare le conoscenze inerenti il mondo delle aziende a quelle della psicologia del lavoro e dunque» – conclude Iacci – «difficilmente queste competenze si hanno subito dopo gli studi. Il rischio è quello di andare incontro a una fabbrica di precari».

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Paolo Iacci|Psicologo del lavoro e docente di Gestione delle risorse umane

Gli interrogativi delle agenzie per il lavoro

Lo scetticismo rispetto alla preparazione dei navigator è pienamente condiviso anche dalle agenzie per il lavoro che si dicono non disposte a formare queste figure o a ristrutturare i centri per l’impiego pubblici. «Se mai assumeranno questi 10 mila navigator» – ha detto Paolo Ferrario di Assolavoro – «ci vorranno almeno 8/10 mesi di formazione per fare in modo che siano utili ai disoccupati». «Hanno chiesto a noi di formarli» – ha continuato – «ma, a nostro avviso, la formazione dei navigator deve restare in capo ai centri per l’impiego pubblici. Il 95% delle agenzie ha detto no» – ha insistito Ferrario – «Non condividiamo la scelta: parliamo di persone a cui faranno un contratto a progetto di due anni e un anno servirà per la formazione».

A conferma della posizione espressa da Assolavoro, Open ha contattato diverse agenzie per il lavoro e centri per la formazione sparsi tra Milano, Roma, Firenze, Ancona, Bari, Campobasso, Sassari: tutte hanno confermato di non avere attivato alcun corso di formazione per i tutor-navigator e di non avere in programma di attivarlo. Ferrario ha poi fatto presente che «all’inizio c’è stata molta polemica sul ruolo delle agenzie private, ma la collaborazione pubblico-privato poteva già partire nel mese di luglio: un settore come quello delle agenzie per il lavoro conta 2 mila sportelli e 10 mila dipendenti, sarebbe stupido clonarlo nel pubblico».

Come diventare navigator

Maurizio Del Conte, presidente uscente di Anpal, ha spiegato in passato che come metro di giudizio per l’assunzione di queste nuove figure professionali si farà riferimento «alle caratteristiche degli operatori dei centri per l’impiego più esperti, con più capacità». Secondo l’ex presidente, il navigator dovrà conoscere le regole del mercato del lavoro e dunque «i benefici, gli incentivi e i sussidi di disoccupazione, con le differenze messe in campo a livello regionale e territoriale». E ancora: «deve avere delle conoscenze tecniche e giuridiche precise oltre ad avere la capacità di orientatore e valutatore delle competenze professionali di chi si presenta allo sportello». Infine, secondo Del Conte, il tutor dei destinatari del reddito di cittadinanza «deve essere capace di leggere come si muove il mercato territorialmente così da poter incrociare domanda e offerta di lavoro».

I requisiti

Delle poche cose certe, si sa che la retribuzione oscillerà intorno ai 30 mila euro lordi all’anno, equivalenti a circa 1.700 euro netti mensili. Occhi puntati sul sito di Anpal servizi che a giorni pubblicherà un annuncio con le procedure di selezione. Intanto, il futuro presidente di Anpal – nonché ideatore della figura dei navigator – Domenico Parisi ha affermato che «tra maggio e giugno sarà possibile la discesa in campo dei navigator».

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Ansa|Domenico Parisi e Nunzia Catalfo
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