Filippine, 8 morti dopo lo scontro tra truppe governative e separatisti islamici

Il presidente Rodrigo Duterte ha ordinato di distruggere il gruppo separatista islamico Abu Sayyaf

Cinque soldati e tre militari morti. Nelle Filippine continua lo scontro tra l’esercito e gli uomini di Abu Sayyaf, un gruppo di separatisti islamici che ha base nel Bangsamoro, una regione nel Sud del Paese. Lo scontro è solo l’ultimo capitolo di un’offensiva militare cominciata dopo l’attentato che il 27 gennaio ha colpito la cattedrale di Nostra Signora del Monte Carmelo.


È qui che sono morte 21 persone, uccise da due bombe. La prima era scoppiata durante la Messa, la seconda all’arrivo dell’esercito. Solo tre giorni dopo, il 30 gennaio, due insegnanti islamici sono stati uccisi e altri quattro feriti da una granata lanciata in un moschea di Zamboanga.


La lotta tra separatisti islamici e lo Stato centrale cattolico è una ferita che non si è mai rimarginata nella storia delle Filippine, un conflitto che dura da 50 anni e che ha causato oltre 150mila morti. Ora il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha lanciato un attacco molto serrato al gruppo Abu Sayyaf: l’obiettivo è quello di distruggerlo completamente.

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