RaiPlay taglia l’intervento in cui l’attore Enrico Montesano parla del Governo. Censura o svista?

Ospite a «Domenica In», il comico si lascia andare e fa qualche battuta sul Movimento 5 Stelle e il Reddito di cittadinanza, ma su RaiPlay nessuna traccia dell’intervento. Il taglio è evidente

Il 3 febbraio 2019 a Domenica In, in onda su Rai 1, tra gli ospiti figurava l’attore e comico romano Enrico Montesano, ma qualcosa è andato storto. A distanza di tre giorni, su Wired compare un articolo dove riportano la scomparsa del suo intervento dallo streaming di RaiPlay, un caso piuttosto anomalo per la televisione di Stato. Ci siamo chiesti se si tratta di una svista o di un atto di censura siccome ha parlato di politica, per la precisione del Movimento 5 Stelle e del Reddito di cittadinanza. L’intervento di Enrico Montesano era previsto per le ore 16:00, orario confermato anche dai tweet di chi ha commentato in diretta e quelli del giorno dopo.

Ecco il tweet di Marialuisa dove alle 16:19 commenta l’intervento sul Reddito di cittadinanza:

Su RaiPlay la presenza di Enrico Montesano è tutt’ora citata nel titolo e nel video durante i sottotitoli finali dove vengono elencati gli ospiti intervenuti durante la puntata:

Il taglio è evidente. Al minuto 1:48:40 circa – alla conclusione dell’intervista a Stefania e Amanda Sandelli – Mara Venier annuncia la pubblicità per poi ritrovarsi improvvisamente a richiedere il tabellone del quiz telefonico.

Sul canale Youtube del comico è presente la registrazione del suo intervento, al momento l’unica fonte video disponibile online. Stiamo cercando di contattare gli uffici stampa della Rai, ma ancora nessuna risposta.

Per tornare a parlare di «censura» in casa Rai dobbiamo tornare indietro nel 2002 con l’«Editto bulgaro» di Silvio Berlusconi – all’epoca Presidente del Consiglio – quando da Sofia (Bulgaria) lanciò un chiaro ed esplicito messaggio alla dirigenza della Tv di Stato: «L’uso che Biagi… Come si chiama quell’altro? Santoro… Ma l’altro? Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata coi soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza non permettere più che questo avvenga».