Quote rosa: il 40% dei dirigenti della Commissione europea è donna

È quasi impossibile raggiungere un risultato del genere senza una forte politica di discriminazione positiva

La Commissione europea si sta avvicinando a grandi passi all'obiettivo stabilito dal presidente Jean-Claude Juncker: che entro la fine del suo mandato, almeno il 40% delle posizioni dirigenziali nella Commissione europea siano occupate da donne. Il 1° febbraio, la percentuale era del 39,6%, in crescita rispetto al 30% del novembre 2014. L'obiettivo del 40% è già stato raggiunto laddove la Commissione ha il maggior numero di dirigenti, vale a dire al livello dei capi unità.


Le donne occupano infatti il 40,6% di queste posizioni, rispetto al 31% all'insediamento della Commissione Juncker. L'aumento maggiore, riporta Bruxelles, è stato registrato al livello dei vicedirettori generali: il 43% di loro è donna, rispetto all'8% registrato nel novembre 2014.


La discriminazione di genere è talmente radicata che è quasi impossibile raggiungere un risultato del genere senza una politica di «discriminazione positiva»: la Commissione obbliga ogni suo dipartimento a prendere in considerazione il genere per la nomina di nuove figure manageriali.

«La diversità di genere nelle posizioni dirigenziali non è soltanto il segno di un sistema giusto ed equo, ma è anche una caratteristica comune di tutte le organizzazioni di successo in tutto il mondo», ha commentato il Commissario responsabile per il Bilancio e le risorse umane, Günther H. Oettinger.

«I progressi compiuti dalla Commissione per raggiungere l'obiettivo del 40% di donne in posizioni direttive dimostrano che stiamo dando il buon esempio. In molti posti dirigenziali abbiamo già superato l'obiettivo che ci eravamo prefissati e presto lo raggiungeremo pienamente».

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